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INDAGINE CENSIS - IN 20 ANNI IL CONSUMO DI ALCOL È DIMINUITO IN ITALIA, MA È ALLARME ECCESSI TRA I GIOVANI. A VINO E SUPERALCOLICI, SI PREFERISCE LA BIRRA, LE DONNE BEVONO DI PIÙ, GLI APERITIVI SONO UNA MODA (+10%) E CRESCONO I SUPERALCOLICI (+20%)

Italia
Giovani in degustazione

Negli ultimi 20 anni in Italia è calato il consumo di alcolici e si è allargata la platea di consumatori moderati. Ma tra la fascia di popolazione giovanile i meccanismi di autocontrollo sembrano essersi “indeboliti”, tanto che a fronte di una percentuale di consumatori costante nel tempo, pari a circa il 75% degli intervistati, si registra un “significativo incremento” dei fenomeni eccedentari: è diminuita la percentuale di giovani che non ha mai esagerato coi drink, passando dall’89,5% del 1991 all’84,9% del 2010. A scattare la fotografia sulle abitudini di consumo degli italiani, a tavola e non solo, è il Censis che ha elaborato i dati in serie storica sulle sei indagini “Osservatorio permanente giovani e alcol/Doxa” realizzate dal 1991 al 2010, i cui risultati sono stati presentati oggi a Roma. In due decenni sono aumentate le donne bevitrici regolari, mentre tre giovani su quattro continuano a dichiararsi consumatori di almeno una bevanda alcolica. Il consumo di birra tra i ragazzi è cresciuto lievemente, mentre è calato quello del vino. Ad aumentare sono stati anche gli aperitivi (+10%) - con una relativa crescita di bevitori moderati ed eccedentari - e i superalcolici (+20%): fenomeno da collegare alla moda del “bere fuori pasto”. In generale, secondo i dati, con l’aumento dell’età anagrafica diminuisce il consumo di alcol e soprattutto calano gli eccessi.
In 20 anni è calato il consumo degli alcolici nel nostro Paese e gli italiani sono bevitori moderati, ma si conferma l’allarme per alcuni eccessi giovanili. Il dato più rilevante è che, rispetto a 20 anni fa, si mantiene stabile - intorno al 75% - la platea dei giovani consumatori.. Dalla ricerca Censis si nota come, cambiando nel tempo usi, consumi e divertimenti dei giovani italiani, cambi anche lo stile e l’occasione di consumo delle bevande alcoliche. In Italia, contrariamente a quanto avviene nei Paesi dell’Europa scandinava e anglosassone, il bere, da sempre, è integrato con l’alimentazione e altri aspetti della vita sociale e relazionale. E oggi, se nella popolazione italiana adulta i meccanismi di autoregolazione continuano a persistere e continua a registrarsi un calo dei consumi mentre c’è un consolidamento del consumo moderato, nella popolazione giovanile tali meccanismi di autocontrollo sembrano essersi indeboliti, mentre si registra un significativo incremento dei fenomeni di abuso come il binge drinking, riconducibili allo stile parzialmente non alimentare del consumo di alcolici dei giovani, oltre che alla pressione omologante della globalizzazione nei modelli di comportamento.
Tra le nuove generazioni, il controllo informale della famiglia e il meccanismo di autoregolazione dei consumi solo in parte possono essere considerati efficaci per la prevenzione di abuso di alcol e come canali di garanzia di svago consapevole. In particolare, per quanto riguarda il binge drinking (consumo di almeno 5 bicchieri di alcolici lontano dal pasto), dal 2005 al 2010 è diminuito il numero di ragazzi che non l’ha mai provato: da 86,3% a 83%. In generale il binge drinker è maschio (71,4%), studente (57,7%), residente nel nord ovest (29%) e in un comune non capoluogo (62,8%).
Dall’analisi del Censis, in cui si compara il campione del 1991 dei consumatori della classe di età 15-24 anni, il campione del 2000 dei giovani adulti tra i 25 e i 34 anni, e i giovani adulti che nel 2010 rientrano nella fascia d’età 35-44 anni, si evince un aumento dei consumi alcolici solamente nella fascia di età 25-34 anni. L’approfondimento relativo ai luoghi di consumo e ai contesti mostra come, chi 20 anni fa aveva tra i 15-24 anni, si caratterizza per scarsi consumi eccessivi. Raramente si consuma vino tra amici, mentre la maggior parte beve vino in famiglia durante i pasti, ma quasi mai per strada, al bar, alle feste e fuori pasto. Col passare degli anni, cresce il consumo di tutte e quattro le bevande alcoliche e gli stili di consumo tendono a essere in più occasioni caratterizzati da forme di abuso: tre quarti degli intervistati si dichiara consumatore di almeno una bevanda alcolica, 59% birra, seguita dal vino con una percentuale che oscilla tra il 50% e il 40%, dagli aperitivi con il 30-40%, e infine dai superalcolici con il 20-30%. E’ il caso delle persone nella fascia d’età giovane-adulta (25-34). Benchè continui ad essere il vino la bevanda più bevuta in famiglia ai pasti, cresce il consumo di superalcolici tra amici, fuori pasto e in discoteca. Aumenta il consumo di birra in vacanza, aumentano significativamente i consumi di tutte e quattro le bevande alcoliche in compagnia del partner e aumenta il consumo di aperitivi. Con l’età adulta, e cioè per gli individui del campione tra i 35-44 anni - cioè di coloro che vent’anni fa avevano tra i 15-24 anni - si registra un ritorno agli stili di consumo moderato precedenti, accompagnati da comportamenti di svago e tempo libero più consapevole. All’aumento dell’età anagrafica corrisponde una diminuzione dei consumi di alcol, e soprattutto di quelli eccessivi: si beve quotidianamente, ma in maniera più moderata.
Calano i consumi regolari ed eccessivi di superalcolici e aperitivi, che vengono bevuti solo in particolari occasioni, aumenta il consumo di vino tra amici e di tutte le bevande alcoliche con il partner. Il consumo di aperitivi e di superalcolici segnano rispettivamente un incremento del 10% e del 20%, aumento legato alla moda del “fuori pasto”. Per quanto riguarda gli aperitivi, aumenta sia la platea dei consumatori sia quella dei consumatori eccedentari. La moda del fuori pasto porta i giovani a consumare sempre più spesso gli aperitivi soprattutto nei fine settimana e sempre in compagnia. Per i superalcolici, la quota di bevitori regolari è bassa e al di sotto della media europea, ma dal 2000 al 2010 si registra un aumento della quota relativa a fenomeni di consumo eccedentari, che coinvolgono entrambi i sessi.

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