Investimenti in ospitalità, enoturismo, e più verde, per rimarcare il suo ruolo e la sua identità toscana, in uno dei territori più importanti del vino di Toscana, come quello di Montalcino. Ma anche più supporto ai viticoltori, per far crescere qualità, massa critica e remunerazione. Prosit Group (fondata da Sergio Dagnino, ed una delle realtà in portafoglio di Made in Italy Fund, il fondo di Private Equity promosso e gestito da Quadrivio & Pambianco, ndr) dopo averla acquisita nel 2022 per 12 milioni di euro, continua ad investire sul territorio e sulla Cantina di Montalcino, un pezzo di storia e unica cantina cooperativa del territorio del Brunello, e che, per la sua bellezza e peculiarità, fa parte del circuito “Toscana Wine Architecture”, che raccoglie 14 aziende vinicole d’autore e di design della Regione, riunendo realtà come “Antinori nel Chianti Classico”, progettata dall’architetto fiorentino Marco Casamonti, la Tenuta Ammiraglia, gioiello di Frescobaldi in Maremma, fatta dall’architetto Piero Sartogo, o ancora Rocca di Frassinello, firmata da Renzo Piano, o Petra, progettata da Mario Botta, e ancora cantine come Caiarossa, Castello di Fonterutoli, ColleMassari, Fattoria delle Ripalte, Il Borro, Le Mortelle, Podere di Pomaio e Salcheto.
Un percorso di lunga visione, che parte dal rinnovamento di Cantina di Montalcino, “nel segno della qualità e di un approccio aperto e contemporaneo all’accoglienza. Un percorso di restyling, estetico e strategico per il brand toscano che mette al centro la storia di collaborazione della cantina, assumendo oggi una forma diversa rispetto a quella cooperativa, ma portando ugualmente avanti il percorso con i viticoltori del territorio. Un nuovo modo di raccontarsi, attraverso nuovi canali e una presenza digitale ripensata, per rivelare la rinnovata presenza sul territorio e darle un nuovo posizionamento sui mercati. Questo cambiamento riflette anche il carattere contemporaneo della cantina, evidente nella sua struttura architettonica, nei suoi spazi di produzione e di accoglienza”, spiega una nota. “Lavoriamo ad un miglioramento della parte interna, dell’accoglienza - spiega, a WineNews, Sergio Dagnino - e della parte verde del giardino, per valorizzare l’ingresso frontale, e poi pianteremo dei cipressi, simbolo della Toscana, con un’importante opera di forestazione con piante autoctone. Ma investiamo anche nel supporto ai viticoltori della Cantina, che sono disseminati nei quattro angoli di Montalcino, e questo vuol dire che abbiamo a disposizione uve da microclimi e suoli diversi che ci consentono di fare vini unici. Vogliamo migliorare ancora in qualità, ma anche in quantità, perché, per esempio, abbiamo tutto il Brunello di Montalcino 2019 già impegnato. E lo faremo con un progetto per guidare e sostenere i viticoltori, anche loro alle prese con il clima che cambia e con un caldo sempre più intenso”.
Intanto, però, si parte dal miglioramento estetico e funzionale della cantina (che ha una storia importante), il cui disegno architettonico, inaugurato nel 2011, richiama la tipicità delle colline toscane: “un luogo ricco di storia e fascino, ma al contempo moderno e proiettato verso il futuro, eccellente nella produzione di grandi vini e nella cura dei dettagli, per offrire ai visitatori un viaggio di evoluzione e miglioramento”. “Il rinnovamento dell’ospitalità segna l’inizio di un nuovo capitolo dedicato all’enoturismo che si pone l’obiettivo di rendere la Cantina di Montalcino una meta ricercata, secondo uno stile conviviale e autentico - dichiara Luca Maruffa, Head of Marketing Prosit Group - con una nuova immagine e un’identità ben riconoscibile nel panorama del Brunello, Cantina di Montalcino oggi è un marchio che vuole incarnare il carattere contemporaneo del territorio. I suoi prodotti trasmettono profonda connessione con il territorio di Montalcino, rappresentando un terroir sinonimo di prestigio globale secondo uno stile fresco e nuovo”.
Un rinnovamento che riguarderà anche i vini della Cantina di Montalcino (Brunello di Montalcino, Brunello Riserva 4Q e Rosso di Montalcino), sotto l’egida di Prosit Group (di cui fanno parte, tra gli altri, anche Torrevento in Puglia, Nestore Bosco in Abruzzo, Tenuta di Collalbrigo in Veneto), e che, di recente, ha anche stretto un accordo con il conte Gaddo della Gherardesca, esponente di una della famiglie storiche d’Italia e presenza importantissima sul territorio di Bolgheri, per la produzione di una linea di vini che, tra gli altri, conta anche il “Della Gherardesca Brunello di Montalcino”, a partire dall’annata 2019.
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