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Ismea: sull’onda del successo che l’annata 2010 sta riscuotendo tra la critica e tra il pubblico, i prezzi dei due grandi rossi d’Italia, il Brunello ed il Barolo, tornano sui livelli record del 2007, rispettivamente a 880 e 700 euro al quintale

Sull’onda del successo che l’annata 2010 sta riscuotendo tra la critica e tra il pubblico, i due grandi rossi d’Italia, il Brunello ed il Barolo, tornano a correre sui mercati di tutto il mondo, con un exploit dei prezzi medi alla produzione che non si vedeva da anni, come raccontano i dati settimanali di Ismea. Nel caso del Brunello, spiega l’Istituto di Servizi per il Mercato Agroalimentare, “la qualità dell’annata 2010, considerata dagli esperti alla stregua del 1997, sta ottenendo grandi riconoscimenti sul mercato nazionale ed estero, registrando ottime performance di crescita, specialmente in Giappone. Il Barolo sta invece beneficiando di una forte spinta della domanda statunitense, da sempre attenta ai grandi rossi certificati italiani”.
“Già dallo scorso anno - ricorda Ismea - si erano avuti segnali positivi su questi due dei grandi rossi italiani, ma è con l’inizio del 2015, e quindi con l’ingresso sul mercato delle nuove annate, che si può parlare di exploit dei prezzi alla produzione. A febbraio, infatti, il Barolo ha superato la soglia dei 700 euro al quintale, e bisogna tornare indietro fino alla metà del 2007 per trovare numeri simili, tanto che i valori attuali sono raddoppiati nell’arco degli ultimi cinque anni”.
Situazione analoga per il Brunello di Montalcino. “Il mese di febbraio - continua l’analisi Ismea - ci ha consegnato un valore medio all’origine di ben 880 euro al quintale, prezzo mai raggiunto negli ultimi dieci anni. In questo caso a spingere in alto le quotazioni dell’eccellenza toscana ha partecipato sì la domanda estera, come ad esempio quella del Giappone che, che ha visto una crescita dell’8% in volume di tutti i rossi Dop toscani, ma fondamentalmente va ascritta alla grande annata 2010 presente sul mercato. Secondo gli esperti l’attesa per questa produzione è stata ripagata da una grandissima qualità di un’annata che potrà essere annoverata negli annali dopo quella del 1997 e del 2001, portando il Vigneto Italia ad altissimi livelli”.

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