“In Israele sono stati capaci di trasformare i punti deboli della loro agricoltura in punti di forza attraverso innovazioni e tecnologie, declinando l’importanza dell’agricoltura, non solo come fonte di nutrimento, ma come motore economico del Paese”. Lo ha detto Giandomenico Consalvo (Confagricoltura), con delega all’internazionalizzazione, nel seminario “Israele-Italia: tecnologie e innovazioni agricole”, di scena ieri a Roma, in collaborazione con l’Ambasciata d’Israele. Confagricoltura è decisamente favorevole a sinergie italo-israeliane in campo tecnologico, elemento, quest’ultimo, che è diventato una delle priorità dell’agricoltura più impellenti.
Israele ha una ridotta superficie coltivabile, per due terzi arida e semi arida con problemi di erosione dei terreni: è stata questa la sfida che gli agricoltori israeliani hanno combattuto e vinto. Un sistema semplice, ma efficiente che ha connesso in modo perfetto il settore primario, con l’industria (serre, semi, fertilizzanti, irrigazione, tecnologie), il Centro di ricerca in agricoltura del Ministero dell’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale e il Governo.
“La necessità è stata la molla che ha spinto il nostro Paese alla tecnologia e all’innovazione, in 63 anni siamo stati capaci di trasformare il deserto in terra coltivabile”, ha sottolineato l’ambasciatore israeliano Naor Gilon, ricordando le analogie e gli ottimi rapporti con l’Italia.
Il direttore generale del Centro di ricerca in agricoltura del Ministero dell’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale di Israele, Yoram Kapulnik ha presentato i successi della ricerca applicata che ha spinto verso un agribusiness hitech che riesce a moltiplicare di cinque volte le rese (raggiungendo, ad esempio le 500 tonnellate per ettaro di pomodori, le 80 tonnellate per ettaro di agrumi) e di prolungare le stagioni di raccolta.
Dal canto suo, Giuseppe Alonzo, presidente del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in Agricoltura in Italia si è soffermato sulle sfide principali dell’innovazione in agricoltura nel nostro Paese, in particolare la tracciabilità e la genomica, e Yitzahak Kiriat, direttore per le agrotecnologie, l’acqua e l’ambiente dell’Istituto per l’export e la cooperazione internazionale in Israele ha sottolineato la continua evoluzione dell’agricoltura all’insegna della tecnologia che viene confezionata su misura per rispondere alle esigenze del mercato. Per “Agritech”, la fiera internazionale dell’agricoltura, di scena a Tel Aviv (15-17 maggio), si discuterà anche della cooperazione che si può attivare tra i ricercatori israeliani e italiani, per razionalizzare l’apporto idrico delle coltivazioni, evitare l’erosione dei suoli, individuare tecniche produttive a basso consumo d’acqua con le coltivazioni senza terra e migliorare le rese.
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