Per evitare che, sempre più, i mercati siano invasi da "falsi d'autore" l'Unione Europea si prepara a definire norme per la designazione, denominazione, presentazione e protezione di vini e bevande alcoliche. In tal senso Italia, Francia e Spagna, come principali produttori, affilano le armi, in Europa e nel mondo, contro la
contraffazione realizzata con l'uso di denominazioni che si
richiamano a vini di pregio riconosciuti, senza avere nulla a che fare con la realtà produttiva tradizionale.
Secondo, infatti, un'indagine della Coldiretti, tra i vini e liquori francesi, ad essere i più imitati sono lo Champagne, il Cognac, il Bordeaux, il Bourgogne, lo Chablis, il Medoc, il Sauternes, il Moselle, l' Armagnac, il Calvados e il Saint-Emilion; in Spagna, il "privilegio" spetta all'Alicante, il Valencia, la Mancha e il Rioja; in Italia, è il Chianti ad attirare l'attenzione degli imitatori come nel caso del "classico" imbottigliato nelle cantine argentine. Per non parlare poi, del Lambrusco e del Marsala, prodotti in Australia.
In Francia, esistono 404 Appellation d'Origine Controleé (Aoc) e 30 i Vin Delimites De Qualite Superieure (Vdqs), che rappresentano, rispettivamente, il 50% e il 2% della produzione totale di vino; in Spagna, sono 53 Denominaciones de origen (Do); in Italia, sono 24 le
Denominazioni di Origine Controllata e Garantita (Docg) e 314 le Denominazioni di Origine Controllata (DocC) riconosciute.
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