L’alta velocità minaccia il Sauternes. A lanciare l’allarme è un nome di spicco della viticoltura di Bordeaux, Xavier Planty, patron di Château Guiraud, il 1er cru classé che ha aperto per primo alla coltura biodinamica nella denominazione, e presidente della Odg Sauternes-Barsac. Sul banco degli imputati, il progetto della linea dell’alta velocità ferroviaria (Tgv) che unirà, nel 2027, Bordeaux a Tolosa. La linea, in realtà, non attraverserà i vigneti, ma porterà comunque “ad un disastro socio-economico ed ecologico”, come ha spiegato qualche giorno fa, da Sauternes, lo stesso Planty che, insieme agli altri 170 produttori della Odg Sauternes-Barsac, la “cancellazione di un progetto senza alcun senso”.
Ma cosa preoccupa tanto i produttori di Sauternes, accomunati in questa lotta ai vignaioli della Lugana, che da mesi lottano contro la minaccia dell’alta velocità che nei prossimi anni dovrebbe attraversare anche il territorio del lago di Garda? Il pericolo, assolutamente reale, è che la nuova linea dell’alta velocità si riveli altamente lesiva per il microclima da cui il Sauternes trae le proprie fortune, quello della valle del Ciron. Secondo gli studi di geografia e meteorologia intrapresi da Xavier Planty, è stato dimostrato che la forza del Sauternes dipende totalmente dall’ecosistema e dal microclima della valle del fiume Ciron. “I nostri vini - ha spiegato Planty - hanno una caratteristica speciale: non possono essere prodotti senza il fungo Botrytis cinerea, che cresce sotto l’influenza della nebbia e dell’umidità del mattino e del sole nel pomeriggio. Questa nebbia è direttamente correlata alla valle del Ciron, perché le acque di questo fiume sono più fredde di quelle della Garonna: senza l’alternanza di umidità e di sole, non può esserci la muffa nobile fondamentale per i nostri vini”. Il nesso tra terroir e fiume Ciron, del resto, è stabilito chiaramente anche nelle specifiche della Odg Sauternes-Barsac, e l’impatto sarebbe davvero notevole: il tracciato dell’opera taglierebbe il fiume in tre punti, attraverserebbe 30 affluenti, addentrandosi nella valle per un tragitto di oltre 100 chilometri, impattando su 40 diverse zone umide e sulle falde acquifere.
Nelle prossime settimane si concluderà l’inchiesta pubblica, ed una relazione di sintesi verrà presentata al Consiglio di Stato, che a quel punto, insieme al Governo, dovrà decidere il da farsi. Intanto Xavier Planty, a capo di 170 viticoltori di Sauternes, ha intenzione di vagliare ogni possibilità pur di bloccare il progetto, e a breve sceglierà uno studio legale per studiare la possibilità di rivolgersi direttamente alla Corte di giustizia europea. Il problema, però, è che ad oggi non esiste nessuno studio scientifico in grado di dimostrare il legame tra il microclima della valle del Ciron ed il Sauternes. “Abbiamo secoli di osservazioni - ribatte Xavier Planty - che non saranno scientificamente provate, ma sono comunque un presupposto importante”.
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