Fine anno senza (piacevoli) sorprese per il vino italiano negli Stati Uniti, dove continua il trend che vede aumentare le importazioni dei vini in quantità, con un crollo inversamente proporzionale del valore. Secondo i dati dell’Italian Wine & Food Istitute, condotto da Lucio Caputo, nel periodo gennaio-ottobre 2009, è arrivato dall’estero il 14,5% di vino in più sul 2008 (6.817.000 ettolitri), per un valore più basso del 14,4% (2,598 miliardi di dollari). E il Belpaese, che in valore rimane comunque leader, arretra in entrambi i parametri, con un -4,6% in quantità e un -14,9% in valore (1.712.000 ettolitri per 822,3 milioni di dollari). Male tutti i principali produttori europei, dalla Francia alla Germania, fino alla Spagna, anche a causa dell’euro forte sul dollaro. A vedere aumentare il proprio business negli States sono l’Australia, prima in quantità, il Cile (119,8%), la Nuova Zelanda (+14,5%) e l’Argentina (+7,1%), soprattutto grazie ai vini sfusi, tra i 47 e i 66 centesimi al litro. A regalare un sorriso benaugurante all’Italia sono le bollicine, con un +13,4% in quantità e +7,6% in valore (137.810 ettolitri per 87,66 milioni di dollari), su un mercato americano che vede, in generale, un calo del 6,7% in volume e del 30,1% in valore.
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