Favorire nelle città l’apertura di mercatini gestiti direttamente dagli imprenditori agricoli delle campagne per ridurre le intermediazioni, combattere la moltiplicazione dei prezzi e garantire l’offerta di frutta e verdura sicura e di qualità. Lo chiede la Coldiretti nel commentare l’indagine dell’antitrust che ha verificato un aumento del 300% nei prezzi dalla produzione al consumo dovuti alle eccessive intermediazioni.
L’individuazione di spazi per la campagna nelle città è una realtà in rapida espansione in tutti i Paesi sviluppati con i cosiddetti Farmers Market, i mercatini degli agricoltori nelle città, che stanno riscuotendo un grande successo in Francia, Inghilterra e Stati Uniti dove il loro numero è cresciuto nell'arco di cinque anni del 30% passando da circa 3000 agli oltre 3700 interessando anche le aree di prestigio di grandi centri come New York. Anche in Italia la voglia di conoscere i cibi consumati, la necessità di stabilire uno stretto rapporto di fiducia negli acquisti alimentari e di contenere la moltiplicazione dei prezzi dal campo alla tavola ha favorito l'aumento degli acquisti diretti dal produttore.
Sulla base dei dati dell’Osservatorio nazionale sulla spesa in campagna promosso da Coldiretti e Agri 2000 quasi sette italiani su dieci hanno fatto acquisti direttamente nelle imprese agricole giudicandoli in maggioranza convenienti con un aumento a 2,4 miliardi di euro del valore degli acquisti di vini, ortofrutta, olio, formaggi, e altre specialità. D’altra parte secondo una indagine di Agri 2000, l'aumento degli italiani che hanno fatto acquisti direttamente dagli agricoltori è giustificato anche da un risparmio atteso compreso dal 20% al 30%, ferme restando le superiori garanzie di freschezza e genuinità. Si tratta di un fenomeno che già coinvolge 48.650 aziende agricole secondo la Coldiretti con 21.000 cantine aperte dove è possibile acquistare vino che, con il 41 per cento delle aziende totali, è il prodotto maggiormente commercializzato direttamente, seguito dall’ortofrutta acquistata spesso lungo le strade durante gli spostamenti dell’esodo estivo con il 23,5%, dall’olio di oliva con il 16%, dalla carne e dai salumi con l’8%, dai formaggi comprati in malghe e caseifici con il 5%, mentre più ridotto è il numero di imprese che offrono miele (1%).
Dall’analisi dei luoghi dove è possibile fare acquisti di prodotti della campagna emerge che - continua la Coldiretti - due imprese agricole su tre utilizzano locali adattati all’interno dell’azienda dove vengono anche utilizzate strutture di facile allestimento da sistemare lungo i confini con le strade più trafficate, mentre molto diffusa, con il 23,8%, è la partecipazione a mercati e fiere locali e con il 2,2% rimane ancora minoritaria l’apertura di punti vendita esterni situati ad esempio nelle città, ma anche la consegna a domicilio (2,4%) che spesso si affianca alle altre modalità di commercializzazione.
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