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L’ARMONIA DELLA MUSICA INCONTRA QUELLA DEL GRANDE VINO: PER LA “PRIMA” DELLA “SCALA” DI MILANO (IL 7 DICEMBRE CON IL DON GIOVANNI DI MOZART) SI BRINDA CON LE BOLLICINE DELLA GRIFFE DEL FRANCIACORTA BELLAVISTA

Italia
Si brinda con Bellavista alla Scala di Milano

Il più grande dei tenori italiani, Luciano Pavarotti, amava brindare, dopo gli spettacoli, con le bollicine di Bellavista, la griffe della Franciacorta di Vittorio Moretti. Che nel 2004, anno di riapertura del Teatro alla Scala, creò un’opera unica, la Gran Cuvée “Sigillo Teatro alla Scala”, pensata per rappresentare nell’armonia delle sue note la storia del Teatro. Legame tra bollicine e opera che si rinsalda anche quest’anno: per l’attesissima “prima” 2011, il 7 dicembre, alla fine del Don Giovanni di Mozart gli interpreti brinderanno con il Bellavista Vittorio Moretti 2004, e protagonista della cena sarà la Gran Cuvée brut Magnum 2006. Un legame, quello tra la musica e il vino, vissuto in prima persona dallo stesso Vittorio Moretti: “la musica rappresenta per me l’espressione massima della gioia, ed è sempre stato un grande privilegio poterla celebrare brindando ai suoi interpreti. Fare musica significa aspirare con passione all’armonia e questa ricerca è la stessa alla quale tendiamo noi, ogni giorno, quando tra le vigne e in cantina lavoriamo per rinnovare un gusto assoluto, e siamo orgogliosi di rappresentare da questo prestigioso palcoscenico il vino italiano e il nostro Paese nel mondo”, diceva il patron del gruppo Terra Moretti nel 2004, anno in cui non solo riapri “La Scala” dopo i lavori di ristrutturazione, ma che segnò anche la nascita della Riserva Vittorio Moretti 2004, realizzata solo in rare annate di eccezionale espressione qualitativa. Musica che ricerca l’armonia dei sui interpreti, così come fa l’enologo con le uve per i suoi vini, come spiega Mattia Vezzola, enologo di Bellavista: “per un enologo la ricerca dell’armonia sottende ogni gesto quotidiano, ogni scelta in vigna e in cantina. Come meglio si può rappresentare questa armonia se non pensando al Bellavista Cuvée, che attraverso l’accordo di più di 60 selezioni può essere comparata ad una grande orchestra. Ogni elemento in entrambi porta la propria esperienza e personalità, ma solo insieme posso restituire la ricchezza e le sfumature di un territorio o di una partitura. L’emozione per me sta nel riuscire a tradurre la complessità dei profumi nella memoria di un percorso della nostra vita. Così il vino si fa ricordo”. E un brindisi alla Scala, senza dubbio, è sempre memorabile.

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