Occorre far compiere un’evoluzione di carattere culturale al mondo agricolo del Friuli Venezia Giulia, che deve osare intraprendere la sfida delle colture e soprattutto della zootecnia biologiche per poter assicurare una maggiore redditività alle aziende, e per scongiurare il rischio dell’ulteriore destrutturazione del tessuto economico produttivo agrario del nostro territorio. Ha le idee chiare l’assessore alle risorse rurali, agroalimentari e forestali Claudio Violino, che, oggi, ad Udine, ha dato il via a “Le Piazze del Bio”. “E’ indispensabile partire dal mondo della scuola, della formazione e dell’Università per far apprezzare ai futuri operatori agricoli le opportunità che l’agricoltura biologica offre e offrirà in misura maggiore in futuro.
“Le Piazze del Bio”, in programma il prossimo fine settimana a Spilimbergo, secondo il direttore centrale delle Risorse rurali e agroalimentari Luca Bulfone, saranno un momento di festa, approfondimento e degustazione, ma anche di gioco per bambini e mirano a divenire una consuetudine per la realtà friulana.
Al momento è crescente la richiesta di prodotti rurali e derivati di natura biologica da parte dei consumatori ma non si incrementa parimenti l’offerta da parte dell’agricoltura regionale: c’è, per esempio, una domanda in crescita esponenziale di yogurt biologico. La produzione di latte biologico da parte della zootecnia del Friuli Venezia Giulia dovrebbe poter sopperire a tale richiesta di mercato contribuendo a far aumentare il prezzo di vendita del latte, all’origine, mentre questo al momento è addirittura inferiore al costo di produzione.
Secondo Violino “occorre smuovere dall’immobilismo, motivato anche da scelte e strategie del passato non solo comunitarie, gli agricoltori e gli allevatori del Friuli Venezia Giulia e indirizzarli verso le richieste dei mercati, assecondando le attese dei consumatori, per modernizzare le aziende agricole e le loro produzioni. La Regione, da parte sua, nel Piano di Sviluppo Rurale ha incrementato la misura inerente i seminativi con metodo biologico portando il premio di produzione da 200 a 280 euro l’ettaro. Questo risultato è stato raggiunto da parte della Regione non senza andare in contrasto con le indicazioni dell’Unione Europea. Ma si tratta di una scelta indispensabile per stimolare l’agricoltura regionale a crescere e a dirigersi verso strategie di filiera consone con l’evoluzione della società e dei mercati, utili anche per restituire economicità al sistema rurale.
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