L’export francese è ancora in difficoltà, con i dati definitivi del 2014 pubblicati dalla Fevs - Fédération des Exportateurs de Vins & Spiritueux (www.fevs.com) che testimoniano, sul 2013, un calo nelle spedizioni del 3,3% in volume, comunque a quota 1,7 miliardi di bottiglie, e dell’1,7% in valore, con le esportazioni enoiche che scendono a 7,44 miliardi di euro.
Tra le grandi denominazioni di Francia, la caduta più fragorosa è quella di Borgogna e Bordeaux, che perdono, in volume, il 13% ed il 9,5%, fermandosi, rispettivamente, a 75 e 279 milioni di bottiglie esportate, anche se dietro al calo dei vini di Borgogna, come ha spiegato al magazine britannico “Decanter” il presidente della Fevs, Cristophe Navarre, “ci sono una serie di annate decisamente scarse e problematiche”. Un problema che, ovviamente, “ha portato le nostre aziende - continua Navarre - a restare schiacciate, da una parte, da un deficit strutturale nella disponibilità di magazzino, e dall’altra dalla capacità dei nostri competitor di offrire un miglior rapporto qualità/prezzo”.
Diversa, invece, la situazione di Bordeaux, che pur ritrovando un certo slancio sul mercato dei fine wine, deve fare i conti con un calo addirittura del 17% in termini di valori esportati, scesi a 1,78 miliardi di euro, mentre la Borgogna lascia sul terreno appena l’1%, a quota 710 milioni di euro. Molto meglio lo Champagne, che cresce sui mercati esteri, sempre in valore, del 7,8%, a quota 2,4 miliardi di euro.
Tra i partner commerciali più deludenti, la Gran Bretagna, dove l’export francese ha fatturato, nel 2014, il 10% in meno del 2013, a quota 1,4 miliardi di euro, anche a causa di un calo dei volumi del 6%. Frena, come era preventivabile, anche la Cina: fatturati giù del 7%, a 23 milioni di euro, anche se i volumi reggono, lasciando sul terreno appena lo 0,1%, per un totale di 154 milioni di bottiglia che hanno preso la via di Pechino.
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