02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2025 (175x100)

L’interesse e l’amore della Cina per Bordeaux arriva dal lontano 1997, quando Peter Kwok acquistò Château Haut-Brisson. Dopo le 21 acquisizioni del 2011, però, il 2014 segna il passo, con soli 6 Château passati in mani cinesi

L’interesse e l’amore della Cina per Bordeaux arriva dal lontano 1997, quando Peter Kwok acquistò Château Haut-Brisson: fu il primo di una lunga serie, piuttosto inaspettata, visto che, 15 anni dopo, lo stesso Kwok rivelò a “Decanter” (www.decanter.com) che non si sarebbe mai aspettato di ritrovarsi con così tanti connazionali come vicini. Ma quanti sono in effetti gli Château in mani cinesi, e qual è la tendenza? A rispondere ci pensano, in maniera plastica, i dati del Civb - Conseil Interprofessionnel du Vin de Bordeaux, che rivelano come siano in tutto 63 le aziende che parlano cinese nella più grande denominazione di Francia.
Il record, nel 2011, con ben 21 acquisizioni, ma andò bene, in questo senso, anche il 2013, con 20 Château diventati di proprietà di imprenditori o fondi cinesi. Il dato del 2014, invece, segna una brusca frenata, con solo 6 trattative andate in porto e la sensazione che, al di là di tutto, Bordeaux stia passando di moda, specie per i suoi prezzi troppo spesso fuori portata, che ne hanno limitato le potenzialità sia nelle vendite en primeur degli ultimi anni, sia sul mercato delle aste e dei fine wine in generale.

Copyright © 2000/2025


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025

Altri articoli