I giapponesi hanno imparato a bere all'italiana, anzi alla toscana. "Il vento gira a favore dell'Italia - ha affermato Osamu Hayashi, manager director della Big Co., società di import-export di vini ed alcolici, 4 negozi in punti eccezionali di Tokio, 50 miliardi di business all'anno - e, più in particolare, della Toscana: il 20% dei ristoranti, di recente apertura, serve cucina italiana, ed il cibo e i sapori italiani sono sempre più popolari soprattutto tra i giovani e le donne". In un incontro a Firenze, in Confindustria, nei giorni scorsi, Hayashi, inviato in Italia dalla Jetro, l'istituto per il commercio con l'estero del Giappone, ha insomma decretato che l'"Italian Style" si va sempre più affermando: "basta vedere il boom del turismo giapponese in Italia ed in particolare in Toscana". "Il Giappone è un mercato potenziale - ha continuato ancora Hayashi - di 127 milioni di persone che bevono 3/4 bottiglie di vino all'anno, che affollano i 3000 ristoranti italiani e gli oltre 4.000 "spaghetti house". I giapponesi vogliono spendere tra i 1000 ed i 2000 yen, tra le 25.000/50.000 lire per un buon vino rosso". Oltre all'Italia, Hayashi ha visitato territori del vino di Romania, Ungheria e Francia.
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