L’olio extravergine italiano ha perso oltre il 15% delle sue esportazioni in Europa a gennaio. Lo dice Cna Alimentare, che ha analizzato gli effetti dello scandalo dell’olio taroccato. Un’indagine dell’Agenzia delle Dogane ha svelato infatti che l’olio etichettato come made in Italy a volte è miscelato con oli spagnoli, nordafricani o greci e venduto a prezzi stracciati. “Etichette poco riconoscibili e la genericità del marchio “extravergine” consentono di colpire al cuore uno dei prodotti di punta dell’agroalimentare italiano - denuncia la vicepresidente di Cna Alimentare, Francesca Petrini - così oli proposti a 2-3 euro al litro si confondono con gli extravergine che possiedono caratteristiche organolettiche neanche lontanamente paragonabili”. I rimedi? Cna Alimentare propone per gli oli low cost il ripristino dell’etichettatura “olio vergine”, così da garantire ai consumatori una corretta informazione sul prodotto, e la convocazione di un tavolo interministeriale per il rilancio del settore, in crisi già dal 2008 e messo ulteriormente alla prova dall’ondata di gelo.
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