L’unione “mistica” che lega il vino alla musica, non è solo un’invenzione di qualcuno per dare più appeal al mondo di Bacco. Sono molte, invece, le ricerche che suggellano lo stretto rapporto tra i due mondi. Già nel 2007 l’enologo Clark Smith ha studiato scrupolosamente gli accostamenti ideali tra vino e musica, abbinando, in anni di esperimenti sul campo, 150 tipi di vino con 250 melodie musicali: la sua teoria sostiene che, scegliendo il pezzo giusto, si può ottimizzare e valorizzare anche il gusto del vino. Dopotutto, la musica influenza il nostro umore e le nostre sensazioni agendo direttamente su una parte specifica del cervello. Ed alcuni studi, pubblicati sulla rivista “Appetite”, hanno dimostrato come i diversi generi musicali siano anche in grado di variare sia la gradevolezza che il sapore dei cibi.
Ad avvalorare questo legame ci ha pensato Lettie Teague, giornalista del “Wall Street Journal” (www.wsj.com), che ha messo insieme diverse testimonianze. A partire da un esperimento, condotto da alcuni scienziati australiani della Perth Curtin University nel 2010, in cui sono stati proposti diversi tipi di musica ad una degustazione. “Si è scoperto - ha scritto Teague - che la musica ha avuto un forte impatto sull’“impressione” del vino. Quando c’era una musica vivace, il gruppo di assaggio ha trovato il vino “vivo”, e quando, invece, la musica era potente, il vino sembrava “muscolare”. Quando, infine, la musica era dolce e morbida, i partecipanti hanno trovato le stesse qualità nei loro bicchieri. Ma - continua Teague - uno studio del 1999 del dipartimento di psicologia dell’Università di Leicester (Regno Unito) aveva già dimostrato gli stessi risultati. Anzi, era andato oltre. Secondo lo studio, infatti, i clienti del supermercato erano più propensi ad acquistare vino francese se nel negozio suonava musica francese, e la stessa cosa è accaduta con la musica e i vini tedeschi”.
C’è chi crede talmente tanto a questo studio che chiede ai wine lover, prima di una degustazione nella propria cantina, quali preferenze musicali abbiano. È il caso dei viticoltori Monica e David Stevens: “vogliamo che i clienti siano inclini a comprare i nostri vini, e la musica aiuta molto gli acquisti”.
Michael Dorf, proprietario di City Winery ha talmente preso sul serio il legame tra musica e vino, che le sue cantine “producono” anche musiche giuste per i vini. “Credo che ci sia una correlazione diretta tra la musica nelle orecchie e il vino nel bicchiere - ha detto Dorf - con musiche con una linea di basso pesante, per esempio, noi riusciamo a vendere più Syrah e Cabernet della California, rispetto ad altre nostre produzioni”.
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