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LA “SCUOLA DEL VINO” D’ITALIA PER ECCELLENZA: L’ISTITUTO AGRARIO DI SAN MICHELE ALL’ADIGE

La storia

E’ stata la felice intuizione dei fondatori ad individuare l’alta vocazionalità vitivinicola del sito su cui è insediato l’attuale complesso dell’Istituto Agrario di San Michele. Poco dopo l’anno Mille, infatti, in Trentino e così pure un po’ in tutta Europa, ad opera dei vari ordini monastici, nascevano e venivano potenziati monasteri, attorno ai quali poteva essere proficuamente coltivata la vite da vino. Nel 1143 i Conti di Appiano donarono il loro castello di S. Michele all’Ordine degli Agostiniani, i quali, due anni dopo, lo trasformarono in convento, e tale rimase fino al 1807. Del lungo periodo che intercorre tra la fondazione del monastero e la sua secolarizzazione, molte fonti storiche sono andate distrutte con il saccheggio dell’archivio custodito presso la biblioteca; rimangono tuttavia pregevoli testimonianze come le due cantine (fine XII secolo e XVI), la ex mensa dei monaci, il chiostro … La storia dell’Istituto ha inizio il 12 gennaio 1874, quando la Dieta Regionale Tirolese di Innsbruck deliberò di attivare a S. Michele una scuola agraria con annessa stazione sperimentale, ognuna delle quali doveva congiuntamente cooperare alla rinascita ed al progresso dell’agricoltura del Tirolo. Con il 1919 il complesso dell’Istituto Agrario di San Michele passò alle competenze della Provincia di Trento e nel 1926 venne attivato il Consorzio con lo Stato Italiano per la gestione dell’Ente. La legge provinciale 28/90 ha riordinato le strutture operanti in San Michele rifondando l’antico Istituto Agrario imperniato su due poli essenziali: uno della didattica e l’altro della ricerca. Il complesso dell’azienda agricola dell’Istituto situata prevalentemente in San Michele rappresenta la base di numerose esperienze e sperimentazioni che vengono portate avanti soprattutto in campo viticolo e successivamente enologico, un’interessante “palestra” per gli oltre 500 studenti delle scuole, ed anche, ovviamente, l’elemento produttivo per la cantina al fine dell’ottenimento dei suoi vini. Questa molteplicità di intenti si traduce anche in una vasta gamma di prodotti che comprende la quasi totalità della panoramica trentina, sia in fatto di vini tranquilli, di spumanti, nonché di distillati a base di uva.




Il fondatore

Edmondo Mach può essere giustamente definito “il fondatore” del complesso didattico-sperimentale evoluto nell’Istituto Agrario di San Michele. E’ stata proprio la sua infaticabile opera di insegnante, sperimentatore e di direttore (per 25 anni) a tracciare il solco ed a preparare il terreno sul quale poi si è andato definendo l’attuale complesso. La filosofia sulla quale Mach fondava il suo sapere scientifico in campo viti-enologico era tanto semplice ed intuitiva quanto attuale: nessun vino di qualità può essere considerato il frutto del caso; deve trattarsi, piuttosto, del risultato di un felice incontro di fattori naturali ed umani, tra i quali il vitigno ha sempre e comunque un ruolo determinante. Per questo Mach allestì a San Michele un imponente (per quei tempi e da parte dell’ente pubblico) vigneto aziendale, didattico e sperimentale nel quale venivano coltivate, oltre alle numerosissime varietà locali anche molte altre provenienti dalle più famose aree viticole d’Europa. Ed è sotto il suo determinante impulso che la piattaforma varietale del Trentino (ed anche dell’Alto Adige) viene significativamente impreziosita di quelle cultivar che oggi sono diventate indiscusso stendardo della produzione di alta qualità. L’opera scientifica di Edmondo Mach è pure abbondantemente testimoniata da una nutrita serie di pubblicazioni per lo più riguardanti il comparto viti-enologico.




L’azienda agricola

L’azienda Agricola dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige si estende su una superficie di circa 182 ettari, dei quali circa 100 sono effettivamente coltivati, 80 sono rappresentati da boschi ed altri 20 con destinazioni d’uso non agricolo. La superficie è distribuita su vari corpi aziendali, rappresentativi delle varie condizioni territoriali trentine; a San Michele si trova la parte più consistente, con 106 ettari circa, le altre realtà fondiarie dell’Azienda interessano le zone di Faedo (Maso Togn) con 26 ettari, Mezzocorona (Piovi) con 10 ettari, Mezzolombardo (Maso delle Parti) con 12 ettari, Cles (Maso Maiano) con 2 ettari, Rovereto (Navicello) con 8,5 ettari, Telve e Borgo Vs. (Azienda de Bellat) con 18 ettari. Dalla fondazione dell’Istituto, seguendo l’evoluzione delle colture in azienda si può avere un quadro delle problematiche della comunità agricola trentina nel tempo, con la presenza del gelso, del frumento ed altre graminacee per giungere alla situazione attuale largamente rappresentata da vite e melo. All’attualità l’azienda ospita circa 51 ettari di vite, 24 ettari di melo, 12 ettari di foraggere ed altri 13 ettari con coltivazioni diverse. Una evoluzione simile ha subito l’attività zootecnica, che nella storia ha visto la presenza di specie diverse, classico supporto del lavoro e della vita rurale. Oggi l’allevamento interessa unicamente le bovine da latte, con circa 60 capi di diversa età ospitati in una struttura di recente costruzione e con programmi di ulteriore sviluppo. L’azienda opera su tre livelli, come attività economica per quanto riguarda la produzione di frutta e uva, che viene tutta vinificata in cantina, come supporto per i lavori di ricerca o di verifica sperimentale dei vari gruppi scientifici e come servizio per l’attività didattica e formativa della scuola.




La cantina e la distilleria

Pur conservando nella struttura di base buona parte dei lineamenti originari (i primi risalgono alla seconda metà del XII secolo, successivamente ampliati nel XVI), la cantina dell’Istituto appare oggi idoneamente attrezzata per far fronte alle esigenze di vinificazione, affinamento ed invecchiamento, nonché di imbottigliamento della produzione aziendale. Ad un’attenta visita, l’elemento caratterizzante si dimostra sicuramente l’armonica fusione realizzata tra le parti antiche e quelle recenti (in particolare l’integrazione tra l’area dello spumante, quella rinascimentale e l’antico complesso). La parte invecchiamento è adornata da una nutrita serie di botti intarsiate che evocano vari personaggi dell’Istituto, avvenimenti storici o manifestazioni, a sfondo locale, nazionale ed internazionale. Le esperienze distillatorie dell’Istituto risalgono grosso modo agli anni del centenario (1974) allorquando era stato progettato e realizzato un alambicco funzionante sotto vuoto. Successivamente, nel 1985, si installava un tradizionale alambicco discontinuo a bagnomaria per promuovere una tipologia trentina di distillazione. Attualmente l’alambicco discontinuo a bagnomaria si presenta con modifiche particolari e continua a produrre grappe di monovitigno, diversi distillati di vino da sottoporre a invecchiamento in carati di piccole dimensioni, acquaviti di mele, ed acquaviti d’uva.

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