Da noi ai grandi chef, per tutti, le prime “maestre” ad insegnarci a cucinare sono state le mamme e le nonne, custodi delle ricette di famiglia trasmesse di generazione in generazione, e, oggi, alle donne come agli uomini, sempre più bravi ai fornelli. Ma spesso, soprattutto in passato, questa trasmissione avveniva oralmente e raramente scrivendo ricettari, per cui è difficile risalire alle origini più autentiche e popolari della nostra gastronomia e con molti piatti quotidiani che di conseguenza si sono persi, mentre i trattati culinari veri e propri erano affidati ad esperti gastronomi. Per conservare e tramandare quello che è rimasto c’è R.A.G.U. (Research & Archives in Gastronomic Uses), archivio digitale di ricette perdute, e importante progetto ideato dalla storica riminese Mila Fumini, che invita tutti a scansionare e pubblicare online i manoscritti cartacei con le ricette di famiglia per renderli fruibili alle future generazioni e a futura memoria della cucina italiana, candidata all’Unesco. E che, ad oggi, ha raccolto oltre 460 ricette, dalla “A” di Agnello all’uovo di Dina alla “Z” di Zuppa di semolino di Anna Maria.
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