02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)
“THE EPICUREAN’S ATLAS”

La collezione di Pierre Chen sotto il martello di Sotheby’s: un catalogo da 50 milioni di dollari

La cantina protagonista di cinque aste, la prima il 24 novembre ad Hong Kong. Tra i lotti top anche Sassicaia, Masseto e Quintarelli

Si chiama “The Epicurean’s Atlas” ed è, con ogni probabilità, l’asta di fine wine più ricca mai finita sotto il martello. Onore, ed onere, capitato alla casa d’aste inglese Sotheby’s, che si è ritrovata tra le mani l’immensa e preziosissima collezione di Pierre Chen, imprenditore di Taiwan - epicureo ed esteta in egual misura - che, in 40 anni, ha costruito una collezione di 25.000 bottiglie. Non tutte finiranno all’incanto, ma una buona parte sì. Una tale quantità e qualità da meritare non una, ma ben cinque appuntamenti diversi. Il primo andrà in scena ad Hong Kong, il 24 e 25 novembre, e sarà una sorta di compendio, con una selezione capace di sintetizzare al meglio la collezione di Pierre Chen, anticipando le successive quattro aste, di scena a Parigi (luglio 2024), Beaune (luglio 2024), New York (settembre 2024) e, di nuovo, Hong Kong (novembre 2024), ognuna focalizzata su un territorio o ad un aspetto enoico diverso.

Le stime parlano di un valore complessivo di oltre 50 milioni di dollari: Pierre Chen - che vanta una fortuna stimata da “Forbes” in 5,5 miliardi di dollari - nella sua cantina ha le migliori etichette e annate di Bordeaux, Borgogna, Champagne e Rodano, ma non si è certo risparmiato deviazioni tra i grandi vini di Spagna e Italia, come raccontano le 12 bottiglie di Sassicaia 1985 di Tenuta San Guido (il primo vino italiano a conquistare i 100 punti di Robert Parker - Wine Advocate), la cassa di Amarone della Valpolicella Classico Riserva 1990 di Quintarelli, quotata tra i 17.000 ed i 22.000 dollari, e la verticale di Masseto di Frescobaldi, dalla 1995 alla 2010. I lotti più preziosi, però, sono altri: le due sei litri di Domaine de la Romaneé-Conti La Tâche 1985, che potrebbero arrivare ad un prezzo di aggiudicazione di 190.000 dollari; sei magnum di Henri Jayer Vosne Romanée Cros Parantoux 1er Cru 2001, ossia l’ultima annata prodotta dal “padrino della Borgogna”, con un prezzo stimato di 50-70.000 dollari; una sei litri di Petrus 1982, una magnum di Château Latour 1961 e tre magnum di Salon Le Mesnil Blanc de Blancs 1971.

Fondatore e presidente della Yageo Corporation, che produce componenti elettronici per telefoni cellulari, computer e automobili, Pierre Chen è anche uno dei principali collezionisti d’arte d’Asia, e tante sono le opere che lasciano via via i suoi caveau per arricchire mostre importanti in giro per il mondo, da “Portrait of an Artist (Pool with Two Figures)” di David Hockney al “Buste de Femme” di Picasso, fino allo “Study for a Pope VI” di Francis Bacon, esposto recentemente alla Tate Modern di Londra. Due amori che vanno a braccetto, come ha raccontato lo stesso imprenditore di Taiwan: “per me il vino è la nona arte. È l’unica forma d’arte che si può consumare utilizzando i sensi che le altre forme d’arte, tipicamente, non coinvolgono, come il gusto e l’olfatto, e richiede creatività. La combinazione di vino, cibo e compagnia nello stesso momento rende ogni incontro totalmente unico, ma ogni ricordo di ogni incontro mi fa sorridere. Suppongo che questa sia per me la magia del vino: il potere di rivivere momenti attraverso un solo sorso”, chiosa Pierre Chen, wine lover vero, non solo collezionista, capace di abbinamenti arditi tra grandi vini e cucina asiatica, ma soprattutto grande amante dell’enogastronomia di Francia.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli