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LO SCENARIO

La Commissione Ue apre al negoziato per l’ingresso dell’Ucraina. Ma il tema agricolo è delicato

La riflessione Confagricoltura: “a rischio a tenuta della Pac, serve un periodo transitorio prima della piena applicazione in Ucraina”
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Un campo di grano in Ucraina (ph: Photoangel su Freepik)

Quando si parla di Unione e di agricoltura, il tema è sempre delicato. Altro non fosse perchè l’agricoltura è, ovviamente, alla base della vita dell’uomo, ma anche della stessa Unione Europea, visto che la metà del bilancio europeo, più o meno direttamente, è dedicato al settore primario. Ed anche per questo, “per l’impatto finanziario e per ragioni di stabilità dei mercati, la trattativa sul capitolo agricolo risulterà particolarmente complessa”, rileva Confagricoltura, con riferimento al parere positivo, annunciato oggi dalla Commissione, all’apertura del negoziato per l’adesione dell’Ucraina nella Unione Europea.
In un documento redatto dal Segretariato Generale del Consiglio, in vista della recente riunione informale, a Granada, dei Capi di Stato e di Governo, è stato indicato che, riporta Confagricoltura, a legislazione invariata, il costo dell’adesione dell’Ucraina ammonterebbe a poco meno di 190 miliardi di euro nell’arco di 7 anni, che è la durata del bilancio pluriennale della Unione Europea. “Per l’agricoltura, in particolare, l’estensione all’Ucraina della Pac in vigore determinerebbe maggiori spese nell’ordine di 96 miliardi di euro in 7 anni. A bilancio invariato, per compensare i maggiori oneri, i trasferimenti agli agricoltori dei 27 Stati membri dovrebbero essere tagliati di almeno il 20% rispetto ai livelli attuali. L’attuale dotazione finanziaria della Pac, pari allo 0,4% del Pil dei 27 Stati membri, è chiaramente inadeguata a reggere l’impatto del nuovo allargamento della Unione Europea”, sottolinea il presidente Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. “Gli elementi critici del nuovo allargamento della Unione Europea vanno al di là degli aspetti strettamente finanziari”, prosegue Giansanti. “L’adesione dell’Ucraina è potenzialmente in grado di compromettere il regolare funzionamento dei mercati agricoli. Come dimostrano le tensioni sorte con gli Stati membri confinanti per le importazioni e il transito di grano ucraino”.
A seguito dell’aggressione russa, sono stati sospesi i dazi doganali e i contingenti sui prodotti agroalimentari dell’Ucraina destinati al mercato europeo. Nel giro di un anno, stando ai dati della Commissione Europea, le importazioni dall’Ucraina sono praticamente raddoppiate. Alla fine del 2021, ammontavano a 7 miliardi euro, saliti a più di 13 a dicembre 2022. Nel primo semestre 2023 si è registrato un ulteriore aumento del 45% in valore sullo stesso periodo del 2022.
Alla luce di queste cifre, l’Ucraina è diventata il terzo fornitore di prodotti agroalimentari della Unione Europea, dopo Regno Unito e Brasile, andando ad occupare la posizione finora detenuta dagli Stati Uniti. Cereali, semi oleosi, colture proteiche e pollame i prodotti più esportati dall’Ucraina negli Stati membri dell’Ue. “Al di là di quella che sarà la data formale dell’adesione, dovrà essere fissato un congruo periodo transitorio prima della piena applicazione della Pac in Ucraina. Il periodo di transizione servirà anche per l’adeguamento alle regole dell’Unione in materia di sicurezza alimentare, protezione dell’ambiente e delle risorse naturali”, conclude il presidente Confagricoltura.

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