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LA SENTENZA

La Corte d’Appello di Bologna tutela il “balsamico”, vittoria per i Consorzi dell’Aceto Dop e Igp

No all’uso del termine per prodotti generici che giocano sull’evocazione del Balsamico di Modena Igp e del Balsamico Tradizionale di Modena Dop
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La magia dell'Aceto Balsamico di Modena, oggi con maggiore tutela per l'Igp e per il Tradizionale Dop

Il tribunale di Bologna dice no all’uso della termine “balsamico” per i prodotti generici sullo scaffale che possono confondere il consumatore dato che giocano sull’evocazione dell’Aceto Balsamico di Modena Igp e dell’Aceto Balsamico Tadizionale di Modena Dop. Dopo il ricorso in sede giudiziale dei provvedimenti amministrativi, la Corte di appello di Bologna si è pronunciata a favore dei Consorzi. Una delle battaglie prioritarie dei due Consorzi modenesi di tutela dell’Aceto Balsamico di Modena Igp e dell’Aceto Balsamico Tadizionale di Modena Dop è stata, infatti, far capire che i termini “balsamico” e “aceto” appartengono al linguaggio comune ma non sono generici. Entrambi hanno espresso la loro soddisfazione per “l’autorevole conferma giudiziale”, dopo una lunga battaglia legale per difendere il termine “balsamico”, ora protetto contro le evocazioni delle denominazioni tutelate.BR>
L’Aceto Balsamico di Modena, tra i prodotti di nicchia più conosciuti del made in Italy, sinonimo da tempo immemorabile di cultura e storia, trova le sue radici nella cottura del mosto, tradizione che veniva praticata fin dai tempi dell’antico Egitto e poi dai Romani, fino a diventare uno dei prodotti più tipici nel panorama delle produzioni agricole alimentari della provincia di Modena.

Un settore di successo messo a rischio da condimenti che fanno dell’aggettivo “balsamico” un’esca per i consumatori, dal momento che il mercato odierno è ormai invaso da prodotti trappola come i semplici condimenti da supermercato.

Negli ultimi due anni il Tribunale di Bologna ha affrontato due processi riguardanti alla questione dell’utilizzo del termine “balsamico” per prodotti diversi da quelli certificati, che si sono generati da procedimenti amministrativi gestiti dall’Ispettorato Controllo Qualità e Repressione delle Frodi (Icqrf), che si erano conclusi con l’emissione di “provvedimenti inibitori e sanzionatori nei confronti delle aziende coinvolte”.

A seguito del ricorso in sede giudiziale dei provvedimenti amministrativi, il Tribunale di Bologna si è pronunciato due volte, la prima nel 2017 e la seconda nel 2018, confermando le tesi e le sanzioni dell’Icqrf e riconoscendo anche a livello civile che i casi analizzati, con tema centrale, l’uso del termine “balsamico” per condimenti alimentari, “costituivano evocazioni della denominazione tutelata”. “Questo provvedimento è il giusto premio per tutti gli anni di lavoro e per la perseveranza con cui i nostri Consorzi stanno lavorando alla tutela delle denominazioni, dei produttori, dei consumatori e del territorio”, spiegano soddisfatti i due presidenti Enrico Corsini (Dop) e Mariangela Grosoli (Igp).

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