La crescita vissuta dagli sparkling wine nel mondo, negli ultimi 10 anni, ha qualcosa di eccezionale, sia in termini quantitativi, sia per la vastità del fenomeno, che ha coinvolto praticamente ogni angolo del mondo. Come rivela il focus dell’Oiv - Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino “The sparkling wine market”, la produzione globale, in una decade, è cresciuta del 40%, mentre quella dei vini fermi non è andata oltre un +7%, a quota 17,6 milioni di ettolitri nel 2013 (+11% sul 2012), ed oggi rappresenta il 7% dell’intera produzione enoica mondiale (era il 4% nel 2003). Numeri che raccontano una vera e propria rivoluzione, con lo spumante che si è emancipato dal suo ruolo storico, di bevanda da feste, entrando a far parte delle abitudini di consumo quotidiane dei consumatori di tutto il mondo.
A produrre la maggior parte delle “bollicine”, sono solo 5 Paesi, Francia (con lo Champagne che pesa per il 15% della produzione mondiale), Italia, Germania, Spagna e, un po’ a sorpresa, Russia, che insieme rappresentano il 74% di tutto lo spumante del mondo. Fondamentale è stato il ruolo giocato dall’Italia, grazie al boom del Prosecco ed alla crescente popolarità del Moscato, specie sul mercato Usa, ma è interessante anche il dato della Germania, dove gli spumanti rappresentano il 31% del vino prodotto ogni anno, anche se viene consumato quasi interamente entro i confini domestici. In futuro, però, la Vecchia Europa dovrà guardarsi le spalle da due temibili concorrenti, Australia e Stati Uniti, dive, negli ultimi 10 anni, la produzione di bollicine è cresciuta, rispettivamente, del 29% e del 25%, ma ancora più impressionante è il boom dei Paesi sudamericani, come Argentina e Brasile, cresciute del +198% e del +248%.
L’aumento della produzione, ovviamente, segue le necessità di un mercato dei consumi che, nel 2013, si è attestato a quota 15,4 milioni di ettolitri, in crescita del 4% sul 2012 e del 30% sul 2003. I due consumatori principali restano la Germania, a quota 3 milioni di ettolitri (in calo del 3% sui livelli del 2003), la Francia, con 2 milioni di ettolitri (+38% sul 2003), come la Russia (cresciuta del 115% sul 2003), che ha superato negli anni sia gli Stati Uniti (alla posizione n. 4, con 1,6 milioni di ettolitri di spumanti consumati ogni anno), che l’Italia, ferma ad 1,2 milioni di ettolitri (il 35% in meno del 2003). Un’altra dinamica da sottolineare è quella che riguarda le esportazioni, più che raddoppiate in termini quantitativi nel decennio preso in considerazione dall’Oiv, nonostante una crescita assai limitata (+5%), in termini di valore. Il motivo è presto detto: dopo la crisi del 2008 si è contratto in maniera importante il mercato delle etichette top, a vantaggio soprattutto di Cava e Prosecco, dal prezzo medio sensibilmente più basso.
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