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La crisi economica dell’Argentina minaccia la vendemmia 2015. I lavoratori del comparto viticolo del Paese sudamericano manifestano contro il Governo per le strade di Mendoza, “capitale” della zona di produzione più importante del Paese

La crisi economica dell’Argentina minaccia la vendemmia 2015. I lavoratori del comparto viticolo del Paese sudamericano manifestano per le strade di Mendoza, “capitale” della zona di produzione più importante, dove più di 5.000 fra vendemmiatori, enologi e produttori protestato contro l’inerzia del Governo, incapace di varare un piano di salvataggio per l’industria del vino argentina che sta attraversando un momento particolarmente travagliato anche a causa della situazione economica generale dell’Argentina. Secondo i media, i manifestanti hanno scaricato vino sui gradini del municipio per guadagnare l’attenzione dei politici locali e nazionali per salvare la vendemmia che dovrebbe cominciare tra qualche settimana.
L'industria del vino argentino, probabilmente, si trova ad affrontare la sfida più grande degli ultimi dieci anni, aggravata dal calo delle esportazioni, dall’aumento dell’inflazione, dal “credit-crunch” e da un tasso di cambio sfavorevole, tutti elementi capaci di mettere in pericolo la stessa esistenza di molti altri settori produttivi.
L’Argentina ha costruito la sua reputazione enoica all’estero con buoni vini a prezzi bassi, un segmento di mercato che però è sempre più difficile e competitivo, soprattutto in un momento di crisi economica complessiva per il Paese sudamericano, che ha causato una crescita dei costi aziendali per operazioni essenziali come, per esempio, i trattamenti in vigna o l’acquisto di nuove botti. L’industria del vino in Argentina, ricorda Wine-Searcher, rappresenta il 1,3% del Pil nazionale e le 1.300 cantine forniscono occupazione diretta e indiretta ad oltre 400.000 persone. Nel 2013, le esportazioni sono diminuite per la prima volta da dieci anni a questa parte, passando dai 918 milioni di dollari del 2012 agli 866 del 2013. Una tendenza al ribasso che sembra interessare anche il 2014 che, secondo le stime, porterà introiti per 823 milioni di di dollari.
Anche i prezzi dell’uva, che storicamente in Argentina sono fissati dal compratore e non dal venditore, non hanno tenuto il passo con l’inflazione, che ha portato a situazioni in cui un litro di vino base viene venduto a 1,80 pesos, ma il suo costo di produzione e di 4,08 pesos. Nel complesso i prezzi dell’uva sono aumentati del 10-15% negli ultimi quattro anni, ma i costi di produzione sono aumentati del 80%.

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