Una festa per ricordare l’importanza dell’impegno quotidiano per la legalità, la sostenibilità e l’impegno antimafia. La celebra Libera (www.liberaterra.it), a Firenze, dal 21 al 26 luglio: 6 giorni di incontri, dibattiti, concerti, spazi per bambini, prodotti coltivati sui terreni confiscati alle mafie. Una vera e propria agorà spalancata sul mondo, per raccontare l’Italia che si ribella, che dice no ogni giorno alla corruzione, ai ricatti della criminalità organizzata che inquina la società civile e paralizza l’economia del Paese, da Nord a Sud.
Un racconto puntellato da piccoli e grandi successi ottenuti in questi anni dall’associazione di Don Ciotti che, dal 1995, ha dato nuova vita a migliaia di ettari di terreni confiscati alle mafie. Ma c’è ancora molto da fare, perché le ferite aperte dalla violenza delle mafie sono ancora fresche, il ricordo di Via D’Amelio, e la tragica scomparsa, 19 anni fa, di Paolo Borsellino, a meno di due mesi di distanza dall’attentato di Capaci, è ancora vivo. Eppure, Libera è un punto di riferimento, una luce che indica una strada, certamente non l’unica, ma una delle più “tangibili”, perché tornare a sentire “nostre” le zolle di terra che una volta erano “loro”, è il segno evidente di quanto l’usurpazione sia fisica e materiale oltre che morale ed ideale.
“Tutti i cittadini che amano esercitare la memoria attraverso il proprio impegno ricordano oggi le vittime di Via D’Amelio, un modo per ricordare a tutti noi, dal semplice cittadino ai più alti livelli istituzionali, che il modo migliore per onorare chi ha speso la propria vita nella battaglia contro la mafia, è l’impegno quotidiano di ognuno - ricorda Gianluca Faraone, presidente Cooperativa Placido Rizzotto - Libera Terra - come Libera che, dal 1995, fa dell’impegno come strumento della propria memoria l’elemento portante del suo agire, anche ridando vita e significato alle terre che furono dei boss, perché proprio Borsellino capì per primo che per battere la mafia si doveva colpirla economicamente”.
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