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La Fivi (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti) sulla de-materializzazione dei registri viticoli: occorrono rete internet adeguata, database condivisi tra gli enti controllori e deroga per chi è sotto i 300 ettolitri di produzione

Una rete internet adeguata a sostegno dei registri digitali, la deroga per i produttori vinificatori in proprio sotto i 300 ettolitri, la condivisione dei dati raccolti tra gli organismi che realizzano i controlli nelle aziende: ecco le criticità che la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (www.fivi.it) denuncia sul decreto firmato e approvato sulla de-materializzazione dei registri nel settore vitivinicolo.
“Il decreto - spiega Matilde Poggi, presidente della Fivi - è uno strumento che non rispetta i buoni propositi annunciati in termini di semplificazione. Negli intenti l’eliminazione dei registri cartacei dovrebbe snellire le procedure burocratiche a migliaia di aziende vitivinicole. Nella realtà dei fatti alcuni punti mettono in difficoltà il lavoro dei vignaioli, soprattutto i piccoli produttori che vinificano uve di proprietà”.
In particolare, rispetto al decreto che entrerà in vigore partire dal 1 gennaio 2016, la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti manifesta preoccupazione sul fatto che le procedure di registrazione digitali non siano supportate da una connessione internet adeguata. I vignaioli, che spesso si trovano in zone poco servite e con una connessione lenta o inesistente, specie nel caso in cui scelgano la modalità di gestione “on line” del registro telematico, rischierebbero in questo caso di incorrere in sanzioni amministrative.
Altro punto importante per la Fivi è l’inserimento di una deroga che includa, tra i soggetti esonerati dalla tenuta del registro telematico, all’articolo 2 punto 4, anche i produttori vinificatori in proprio fino a 300 ettolitri.
Ultimo punto è la garanzia che venga attuata al più presto la norma (articolo 6 punto 2) che prevede la condivisione dei dati raccolti dagli organismi che realizzano i controlli nelle aziende. Una cooperazione delle banche dati del registro telematico vitivinicolo condiviso da cui tutti gli enti possano attingere è importante per i vignaioli che, ad oggi, sono costrette a dare dati e informazione uguali a sistemi di controllo diversi.

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