Shopping in Calabria per la Venica & Venica: l’azienda friulana, famosa per i suoi cru Ronco delle Cime (Tocai) e Ronco delle Mele (Sauvignon), di recente premiata con i “Tre Bicchieri” (Gambero Rosso/Slow Food) e con i “Cinque Grappoli” (Associazione Italiana Sommelier-Ais), ha infatti acquistato, in joint-venture con l’imprenditore cosentino Silvio Caputo (che, in questi anni, ha distribuito i migliori italiani in California, e che, dopo 17 anni, ha creduto nelle potenzialità della sua terra per una nuova esperienza aziendale), la “Terre di Altomonte”, una splendida azienda vinicola di Calabria. “Questa operazione è nata dal desiderio di estendere - spiega Gianni Venica (sua moglie e collaboratrice, Ornella Venica, è la presidente del Movimento Turismo del Vino, ndr) - l’esperienza di vignaiolo al di fuori del Friuli Venezia Giulia; un fatto che mi ha portato a girovagare l’Italia in lungo ed in largo, scoprendo così, di volta in volta, realtà straordinarie per la loro profonda diversità territoriale e potenzialità produttiva. Così, in particolare, sono rimasto impressionato dalla peculiarità della Calabria, dove ho trovato, sia dal punto di vista umano che territoriale, affinità con la mia terra”. Il sodalizio calabrese da parte della Venica e di Caputo ha il suo “quartier generale” in Contrada Montino, ad Altomonte “una realtà collinare, per certi aspetti, simile - spiega ancora Gianni Venica - al Friuli Venezia Giulia, avendo alle spalle le montagne della Sila e davanti la piana di Sibari con il mare”. La Terre di Altomonte (che debutterà con i vini sul mercato a partire dal 2003) ha 10 ettari di vigneto e 2 di oliveto: “c’è la volontà di produrre e valorizzare - continua ancora l’imprenditore friulano - uve rosse autoctone calabresi quali il Magliocco ed il Gaglioppo, che, a mio avviso, non hanno ancora avuto il loro giusto riconoscimento sul piano nazionale, ma anche il Montepulciano”. “Nel territorio di Altomonte - conclude Gianni Venica - abbiamo trovato il sito ideale per sviluppare non solo questo progetto, ma anche la realizzazione di qualcosa di uguale per la valorizzazione dell'olio, prodotto che dovrà percorrere una strada analoga a quella del vino”.
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