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La Gran Bretagna, a maggio, andrà alle urne, ed il Governo strizza l’occhio ai wine lover di Sua Maestà congelando le tasse sul vino. Una mossa accolta bene da tutto il settore, che paga ancora le tasse più alte d’Europa (dopo l’Irlanda)

La Gran Bretagna, a maggio, andrà alle urne, in una tornata elettorale mai così incerta dal dopoguerra ad oggi, ed anche la nicchia, decisamente corposa, dei wine lover, si rivela bacino di voti interessante. Abbastanza da congelare l’aumento delle tasse sul vino, come annunciato dal Cancelliere George Osborne nel suo discorso sul bilancio presentato al Parlamento britannico.
La notizia - come racconta il magazine d’Oltremanica “Decanter” (www.decanter.com) - è stata accolta bene, quasi con stupore, nonostante non si tratti di un taglio delle tasse (l’ultimo risale al 1984, ai tempi della campagna Drop the Duty), ma solo di un congelamento. Del resto, nonostante la sospensione della cosiddetta “scala mobile” sugli aumenti annuali predeterminati degli alcolici, il vino ha comunque pagato dazio a causa dell’inflazione, mentre le accise sugli spirits sono state tagliate del 2% e quelle sulla birra di un penny a pinta, e la Gran Bretagna, così, si è confermata al secondo posto tra i Paesi in cui si pagano più tasse sul vino, dietro alla sola Irlanda.
“Siamo delusi dal fatto che 30 milioni di wine lover inglesi non abbiano potuto godere di alcun taglio delle tasse - chiosa Miles Beale, chief executive della Wine & Spirit Trade Association - ma il congelamento è quantomeno un primo passo, che mostra interesse per un settore che vuole crescere, anche da un punto di vista produttivo, con le imprese vinicole che stanno investendo molto sulla crescita del vigneto Uk”.

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