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LA ILLVA DI SARONNO SI AGGIUDICA LA SICILIANA CORVO DI SALAPARUTA. BATTUTA PER 1,5 MILIARDI LA WINE ACQUISITION (FONDO CHIUSO OPERA E TENIMENTI ANGELINI)

La corsa alla Corvo di Salaparuta è chiusa: l'Illva di Saronno (controllata dalla famiglia Reina), offrendo 141 miliardi e 551 milioni, l'ha spuntata sulla Wine Acquisition - una società costituita ad hoc tra il fondo chiuso Opera (che fa capo a Bulgari ed Hopa) e la Tenimenti Angelini - che ha offerto invece 140 miliardi. Alla prima asta, la situazione era esattamente contraria: Wine Acquisition ha quindi perso nel rilancio (Marzotto si era invece fermato a 90 miliardi alla prima asta). Le buste, con le offerte di acquisto, sono state aperte ieri e la notizia è stata comunicata questo pomeriggio.

"La cifra è alta, ma non è astronomica - spiega il giornalista Nicola Dante Basile de "Il Sole 24 Ore" - perché permette all'Illva di fare sinergie con l'altra azienda di sua proprietà in Sicilia, la Florio. L'Illva di Saronno (famosa nel mondo per il suo Amaretto, che crea un business di 281 miliardi, di cui 75% export; gli altri marchi sono Isolabella, Artic, Zucca) e che da un utile netto di 34 miliardi, con l'acquisto della Corvo di Salaparuta, può così allargare la sua gamma di vini, oggi limitata ai soli liquorosi targati, appunto, Florio".

La cifra di 141.551.000.000 lire è quasi 3 volte il fatturato della Corvo (51 miliardi), 16 volte l'utile operativo (9 miliardi) e 35 volte l'utile netto (4 miliardi). La Corvo di Salaparuta produce 9,4 milioni di bottiglie (27% export) ed i suoi vini più rappresentativi sono il Duca Enrico (nero d'avola in purezza), Corvo Rosso, Colomba Platino e l'ultimo nato, il Treschelé, creato dal famoso enologo Giacomo Tachis, consulente dell'azienda siciliana. La Corvo (fondata da Giuseppe Alliata duca di Salaparuta e principe di Villafranca nel 1824), che ha due stabilimenti all'avanguardia (a Casteldaccia ed a Aspra), ma che non ha però un ettaro di vigneto (e quindi acquista uva in Sicilia da viticoltori), deve tutto il suo successo alla capacità di fare vini di qualità e alla commercializzazione in oltre 35 Paesi del mondo.

Soddisfazione quindi in Regione Sicilia (l'asta è stata condotta dal commissario liquidatore, il notaio Rosalba Alessi, assistita dalla Sofipa, la banca d'affari del gruppo Banca di Roma): una privatizzazione che assicura, da una parte, alla Corvo una continuità con la Sicilia e, dall'altra, dà alla Regione la possibilità di realizzare un cospicua plusvalenza. E pensare che doveva essere venduta, secondo le indicazioni del primo bando, sugli 80 miliardi !

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