La lobby del vino si è fatta sentire, il Presidente della Repubblica Francois Hollande è venuto a Vinexpo, e l’emendamento della legge Macron che ha “ammorbidito” secondo alcuni, “puntualizzato” secondo altri, le norme sulla comunicazione e pubblicità degli alcolici previste dalla legge Evin. In sintesi, l’emendamento chiarisce che le informazioni su una zona di produzione, sui territori, sui patrimoni enogastronomici e paesaggistici a loro connessi sono al di fuori dei divieti.
Una piccolo emendamento a contenuto altamente tecnico ha sollevato violente polemiche anche in seno al governo, ministro della Sanità, Marisol Touraine in testa.
“La legge Evin è stata chiarita”, si felicita Bernard Farges, presidente del Conseil Interprofessionnel du Vin de Bordeaux, che ha aggiunto “il presidente della Repubblica ha mantenuto la barra dritta, realizzando un chiarimento della legge Evin, pur mantenendone gli equilibri”.
Per fare un esempio, prima non si poteva neanche battezzare un’uscita autostradale o un area di servizio con il nome di una regione del vino senza cadere nell’illegalità.
Secondo il deputato Gilles Savary, molto attivo sul tema: “l’adozione della legge Macron permetterà di porre fine alle polemiche, senza penalizzare la legge Evin, e non costituisce per nulla un segno di allentamento delle politiche di sanità pubblica e di lotta alle dipendenze da alcolici. E permetterà anche una più efficace promozione dell’inestimabile valore del patrimonio enoturistico del nostro paese, e di valorizzare gli sforzi dei vignerons francesi”.
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