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LA NAZIONE/IL GIORNO/IL RESTO DEL CARLINO

La misteriosa strage del Brunello “Ma non parlate di racket” ... Vino pregiato nelle fogne: milioni di danni. Il settore fa quadrato ... Hanno contaminato un pezzo di paradiso, infettato un lembo di terra promessa, sfregiato uno dei capolavori nati dalla combinazione tra natura e lavoro dell’uomo. Forse per vendetta, per astio personale, per concorrenza sleale, sicuramente per stupidità. Una smisurata stupidità. Il giorno dopo la scoperta dei 626 ettolitri di Brunello di Montalcino finiti negli scarichi, dei rubinetti aperti nelle 10 grandi botti dell’azienda Case Basse, di sei annate di nettare buttate come se fosse acqua sporca, Montalcino si interroga su quello che è accaduto, si guarda allo specchio e intravede ombre sinistre che vuole scacciare subito. “È stato un atto criminale, gravissimo. Una cosa mai accaduta nel secolare mondo del vino”, afferma Alessandro Regoli, direttore di WineNews, il sito “vestale” del vino italiano e il primo a dare la notizia dell’attentato al Brunello. “Ho saputo di quello che era successo - aggiunge il sindaco di Montalcino, Silvio Franceschelli - in contemporanea con chi era a New York o Los Angeles. So che dietro ogni bottiglia di Brunello ci sono sacrificio, sudore, sangue e sogni. Ma mi rifiuto di pensare che questa sia opera della criminalità organizzata”. Il sindaco Franceschelli è un giovane avvocato, indossa la fascia tricolore da pochi mesi, ma è di Montalcino, conosce tutti i suoi concittadini. Per lui chi è entrato nella cantina di Case Basse e ha aperto quei rubinetti “ha commesso un atto delinquenziale, ha messo a repentaglio la vita di un’azienda, ha danneggiato tutta la comunità. Ma non ha un racket dietro. Questa è pura fantasia, congetture estranee al nostro mondo. Qui lasciamo le chiavi all’uscio di casa e il casco sullo specchietto della moto, e quando torniamo sono ancora lì”. “Questa terra è sana - insiste -, è ancora integra, è conosciuta in tutto il mondo. Il Brunello è la nostra ricchezza, ma c’è mercato per tutti, 10 milioni di bottiglie prodotte sono vendute ogni anno. Non ci sono strascichi di quello che è accaduto nel 2008, della battaglia sul disciplinare, dei confronti tra Soldera, i puristi e gli altri. Nonostante le liti, sono cresciute le quantità prodotte e le vendite. Grandi e piccole aziende sono in competizione tra loro, hanno punti di vista diversi, ma c’è spazio per tutti”. “Sono amico di Soldera - aggiunge il presidente - è un uomo schietto, pulito. Se quell’atto vandalico fosse opera di criminali organizzati dovremmo avere paura in tanti. Chi può essere stato? Una ritorsione, il gesto di un folle o la cattiveria di qualcuno, ma non credo alla vendetta per le liti sui disciplinari. È fantasia”. Anche per Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio del Brunello, Montalcino è un territorio sano, che si regge su un vino da re, fattura 150 milioni di euro all’anno, con 8 milioni e mezzo di bottiglie vendute, più altre 4 di Rosso, che escono da 3500 ettari di vigneti, 2100 a Brunello, che danno lavoro a 4mila persone. “Ma non parlate di criminalità organizzata in questo paradiso”.

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