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LA NAZIONE/IL GIORNO/IL RESTO DEL CARLINO

Cresce l’export, calano le scorte. I “grandi rossi” alla riscossa ... Un gallo che canta, tonico e ben
poggiato su entrambe le zampe. E’ il nuovo simbolo del Chianti Classico, studiato dallo specialista Maurizio di Robilant: sparisce dalla fascetta di Stato per emigrare sul collo della bottiglia o sulla retroetichetta, e perde i caratteri più retrò del design, dalla pergamena alla ceralacca. Ma è anche una sorta di “bandiera” dei grandi rossi della Toscana Centrale, quel gallo fiero e pettoruto: calano le giacenze, il vino si vende, certo, soprattutto all’estero perché il mercato nazionale è asfittico, aziende e Consorzi mostrano voglia di investire in promozione. E la speranza è supportata dalla qualità delle annate proposte, le nuove che vanno in commercio, come testimoniano gli oltre 200 giornalisti accreditati da una trentina di paesi. Sulle ali di una brezza, se non proprio di un vento d’ottimismo si è aperta la classica “settimana delle anteprime”, a un mese e mezzo dalla grande vetrina di Vinitaly. Primo atto alla ex stazione Leopolda di Firenze appunto con il Chianti Classico, poi - oggi e domani - in Fortezza a Montepulciano per il Nobile, infine nel Chiostro del Museo di Montalcino per il Brunello da venerdì a domenica. Un rito che si ripete, ma potrebbe essere l’ultimo, se è vero che la Regione Toscana potrebbe proporre ai tre Consorzi di raggruppare l’evento, al grido “l’unione fa la forza”, in una sola sede, magari quella del Buy Wine che si è da poco tenuto a Firenze, alla Fortezza da Basso. E’ più di una semplice idea, come ha ipotizzato l’assessore Gianni Salvadori al sito www.winenews.it. Cifre che consentono speranza, si diceva. Il Chianti Classico, al ventesimo appuntamento con la sua “Collection”, parla di un calo quantitativo di prodotto a 235mi1a ettolitri, uno dei raccolti più scarsi degli ultimi vent’anni, ma ha chiuso il 2012 con un confortante + 10 per cento sull’anno precedente. Le vendite crollano al 20% sul mercato interno, ma il neopresidente del Consorzio Sergio Zingarelli punta su “una previsione di quattro anni in continua crescita mentre il calo delle giacenze aumenta una ripresa di valore”. Tanto che il Consorzio ridisegna il simbolo ma anche le strategie di mercato con un nuovo “cru” sul mercato, la Gran Selezione che va in vendita 30 mesi dopo la vendemmia, anche se per molti produttori “si poteva andare a 36, così non si stacca troppo dalla riserva”. Difficile assistere, almeno tra i big, alla nascita di nuove etichette: in pratica, tutti hanno già in casa il proprio Super Gallo Nero. Sorride Montepulciano: l’export cresce del 7%, e sale la vendita diretta in azienda. Domani l’assegnazione delle stelle al 2012. Sabato si conosceranno invece quelle decise per il Brunello di Montalcino ultima annata. “Ma il mercato tira, grazie al 65% dell’export”, sorride il presidente Fabrizio Bindocci. Cantine più vuote, grazie alle rese ridotte a 60 quintali per ettaro. Montalcino è davvero “un’isola felice”.

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