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LA NAZIONE/IL GIORNO/IL RESTO DEL CARLINO

Aerei, castelli, polo e vigneti ... Tra i tanti investitori stranieri gli argentini sono la novità ... Sarà per effetto di Papa Francesco, ma se nel calcio il Catania è diventata la “segunda selecion” per i tanti calciatori argentini, la Toscana rischia di diventare una succursale della Pampa. Non c'è mai stata una concentrazione di investimenti sudamericani così alta. E se la Regione scala le classifiche per l'attrazione di investitori stranieri, una buona fetta degli 800 milioni di euro piovuti qui negli ultimi 24 mesi, viene dalla patria del tango. Tre magnati argentini entrano di diritto nella galleria dei miliardari attratti dal sole della Toscana. Eduardo Eurnekian, “l'armeno volante”, non ha buttato sul tavolo solo i 130 milioni di euro per diventare l'azionista di maggioranza dei due aeroporti di Firenze e Pisa. Tramite la Clovis International, con il suo fidato Roberto Naldi, ha buttato 100 milioni di euro per recuperare 820 ettari tra Siena e Asciano. In mezzo a una battaglia di ricorsi al Tar, sfide legali e concessioni quarantennali firmate dall'Istituto per ciechi di Roma, l'idea della società argentina è ristrutturare i poderi nel senese, creare una serie di campi di polo, infrastrutture e clubhouse e puntare a ospitare i mondiali di polo di quest'anno. Il progetto è ancora in piedi, ma mentre il Comune di Asciano sta varando i piani di miglioramento agricolo, Siena ha congelato tutto. Anche il “progetto Cafaggiolo”, studiato da Alfredo Lowenstein, argentino di nascita e americano di adozione, è ancora bloccato per problemi di permessi. L'imprenditore, dopo aver acquistato il castello dei Medici e la tenuta di 300 ettari, vuole investire 170 milioni e creare 400 posti di lavoro per hotel di lusso, centro benessere, l'immancabile campo per il polo e altre ville chic. Ma sono passati quasi 3 anni e il sogno è nel cassetto. L'unico argentino che ha successo è il petroliere Alejandro Bulgheroni: dopo aver acquistato Poggio Landi a Montalcino, ha messo nel suo portafoglio la tenuta di Dievole nel Chianti. È il sito winenews che fa da bussola per orientarsi nei dedali degli investimenti stranieri. Un esercito di miliardari che si è comprato pezzi di Toscana da mettere in bottiglia. Solo per restare negli ultimi anni nel Brunello, si comincia da Richard Parsons, ex ad del colosso Time Warner, proprietario della tenuta Il Palazzone e si passa per André Santos Esteves, banchiere brasiliano che ha comprato dai Marone Cimano la storica tenuta di Argiano. Salendo più su, la Soleva International di Panama ha piantato la bandierina del canale sulla Tenuta Oliveto. Tra gli acquirenti americani del Brunello c'è Louis Camilleri, alla guida della holding che controlla la Philip Morris; e James Sherwood, fondatore del gruppo Orient-Express. Un miliardario russo ha comprato nel Chianti la fattoria dell'Aiola. Imprenditori sudafricani hanno comprato la villa di Monna Lisa, Vignamaggio con 42 ettari di vigneti di Chianti. L'elenco dei ricchi innamorati della Toscana comprende anche un esercito di investimenti industriali e alberghieri, come quello dell'Emiro del Qatar sul Four Season di Firenze. E anche qualche rischio di bluff la storia di Khaled Al Habahbeh, sedicente magnate giordano che vorrebbe investire 3 miliardi sulla Lucchini rischia di bruciare 2mila posti di lavoro più qualche carriera politica.

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