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La novità nel commercio enoico del Regno Unito sono i retail indipendenti, che conquistano la fiducia dei wine lover e muovono 500 milioni di sterline l’anno, come spiega l’ultimo report di Wine Intelligence: “UK Independent Wine Retail 2015”

Italia
Un independent wine retail di Londra

La maggior parte degli acquisti enoici, nel Regno Unito, si fa tra gli scaffali della gdo, o tra quelli degli storici wine merchant. Negli ultimi anni, però, stanno guadagnando sempre più spazio ed attenzione i retail indipendenti (nulla di troppo diverso dalle nostre enoteche), al centro dell’ultimo studio di Wine Intelligence, “UK Independent Wine Retail 2015” (www.wineintelligence.com), da cui emerge come il settore oggi valga 500 milioni di sterline, e possa contare su una rete di 750 punti vendita, in crescita del 50% dal 2007. I motivi del successo stanno nei dati e nelle tendenze del report: il 55% di chi beve vino regolarmente e che si affida ad un retail indipendente, infatti, dice di apprezzare molto “la gamma di vini in offerta”. Il 39% dei wine lover, invece, sceglie un retail indipendente per le raccomandazioni del personale del negozio, e il 37% per il buon rapporto qualità-prezzo, mentre a tantissimi piace la possibilità di assaggiare un vino prima di comprarlo.

Nel complesso, però, la percentuale di consumatori che sceglie un retail indipendente è solo del 13%, con una penetrazione maggiore tra la clientela maschile (17%) su quella femminile (10%). La ragione più comune per cui non acquistare una bottiglia di vino in un retail indipendente è che i consumatori si sentono più a proprio agio tra gli scaffali del supermercato, e addirittura l’11% delle donne ed il 6% degli uomini si sentono addirittura intimiditi dall’idea di avventurarsi all’interno di un retail indipendente, anche se è più probabile che siano i prezzi ad intimidire, o che semplicemente non ci siano negozi del genere vicino a dove vivono o lavorano molti consumatori.

Il rapporto, pubblicato in collaborazione con la rivista “Wine Merchant” (www.winemerchantmag.com), prevede un’ulteriore crescita per i retail indipendenti, a patto che continuino nella ricerca e nella diversificazione della propria offerta. Attualmente, più della metà degli indipendenti offre (o pensa di farlo) la possibilità di consumare vino, anche al bicchiere, e lo stesso vale per la vendita di prodotti alimentari: è sempre più comune, infatti, trovare prodotti come formaggi, salumi, pane e specialità dolciarie insieme all’offerta di vino. Per molti, i distributori come Enomatic hanno aggiunto valore all’esperienza del cliente, e un piccolo ma crescente numero di indipendenti offre anche vino sfuso.

“I retail indipendenti - commenta il ceo di Wine Intellignece, Richard Halstead -rappresentano senza dubbio la più grande innovazione del settore, rendendo il commercio di vino nel Regno Unito innovativo e dinamico. Ci sono sfide da superare: attirare la clientela femminile e mutare la percezione che accomuna ancora molti, per cui il vino sarebbe un bene troppo caro, sono le priorità assolute. Ma il settore ha dimostrato una certa resistenza in tempi di turbolenza economica, e ci sono tutte le ragioni per credere che appena tornerà a correre l’economia ci sarà un’ulteriore crescita, a patto che i retailer non perdano la loro fantasia, aggiungendo sempre elementi nuovi alle proprie offerte”.

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