Dopo aver raccolto 62.400 euro nella prima edizione, i vini più pregiati dei migliori vignaioli di quella che una volta era la storica Contea di Gorizia e Gradisca, un terroir eccezionale, grazie alla mitica Ponca, a cavallo tra Italia e Slovenia, fatto oggi di vigneti nel Collio italiano e in quello sloveno, la Brda, nei Colli Orientali e nella Valle dell’Isonzo, ad Aquileia, nel Carso e nella Vipava, riuniti per la prima volta dai tempi di una delle regnanti più importanti della storia, l’Imperatrice Maria Teresa d’Austria artefice della loro Classificazione come Cru pubblicata nel 1787, la più antica al mondo (quella dei vini di Bordeaux è del 1855, ndr), redatta seguendo il sistema Tavolare e con l’unico criterio della “bontà”, tornano sotto il martelletto, il 28 ottobre, nell’“Asta dei Grandi Vini della Contea per la Pace” dell’Associazione dei Cavalieri dei Cru dell’Imperatrice Maria Teresa in favore del Monastero di Castagnevizza a Nova Gorica. Ospitata nelle sue antiche cantine, sarà battuta da Giulia Princivalli, direttore delle vendite della casa d’aste Stadion di Trieste, e presieduta da fra’ Niko Žvokelj, Padre Superiore del Monastero, e Riccardo Illy, Console Onorario di Francia.
La Classificazione dei Cru di Maria Teresa d’Austria, di cui abbiamo raccontato la storia su WineNews, è stata riportata alla luce dallo storico italiano Stefano Cosma e, grazie a questa scoperta, è nata l’Associazione, voluta da Charles-Louis de Noüe, rappresentante di una delle più importanti famiglie del vino di Borgogna (con Domaine Leflaive), e da Alis Marinič della storica famiglia di produttori nel Collio sloveno Marinič, fondatori, insieme, di Domaine Vicomte de Noüe-Marinič. Da Rocca Bernarda a Domaine Marjan Simcic, da Lucio Bernot - Casa delle Rose a Carolina Jakoncic Winery, da Ritter De Zahony a Fabian Korsic, da Nebo Winery a Kmetija Princic - Tomaz Princic, da Valter Sirk a Kristancic, da Vina Leban a Vina Stekar - Jure Stekar, da Persolja Zarova a Rokovi Vinogradi - Andrej Sirk e Klet Brda, sono tutti i “Cavalieri” che ne fanno parte.
Una storia affascinante il cui valore va ben oltre la bottiglia, raccontando di un territorio che ha segnato la storia d’Europa, per secoli teatro di guerre nel triangolo tra l’Austria, la Slovenia e l’Italia, dove ora il vino è un simbolo ed un laboratorio di pace. “Capitale Europea della Cultura nel 2025” con Nova Gorica, Gorizia e il Collio goriziano, quand’era tutt’uno con la Goriska Brda, hanno un legame antico e fortissimo anche con la Francia, il cui ultimo Re Borbone, Carlo X, fratello di Luigi XVI, ghigliottinato nella Rivoluzione Francese con la moglie Maria Antonietta, scelse la città per il suo esilio chiedendo di essere sepolto nel seicentesco Monastero francescano di Castagnevizza, unico monarca la cui tomba si trova fuori della Francia. Fu, invece, il Conte Latour che nel 1850 portò nella Contea i vitigni francesi come lo Chardonnay, il Sauvignon e il Pinot, accanto al grande Ribolla.
L’asta dei lotti in barrique donate dai produttori italiani e sloveni dei Cru di Maria Teresa d’Austria, in purezza e provenienti dalle varietà pregiate per il vino bianco Chardonnay, Ribolla Gialla, Friulano/Jakot e Malvasia d’Istria, e per il vino rosso Pinot Nero, Refosco e Merlot - per ricavarne 300 bottiglie numerate e personalizzate con il nome del proprietario scritto a mano - che nella prima edizione ha portato sul territorio amanti del vino, collezionisti, importatori e giornalisti giapponesi, spagnoli, francesi, sloveni e italiani, sarà replicata il 28 ottobre nel Monastero fondato esattamente quattro secoli fa, e vuole essere “un’occasione che può diventare la borsa mondiale dei vini di quest’area vitivinicola transfrontaliera - spiegano gli organizzatori - ma anche una vetrina gastronomica privilegiata”. Il 27 ottobre, infatti, alla cena di gala al Castello di Spessa a Capriva del Friuli, i vini in asta saranno abbinati ai piatti preparati dagli chef stellati Michelin Raffaele Ros (ristorante San Martino di Scorzè), Tomaž Kavčič (Pri Lojzetu di Zemono) e Uroš Fakuč (Dam di Nova Gorica), e si potrà scoprire il vasto territorio vitivinicolo coinvolto, da Aquileia fino al Brda. *
Alle aziende che avevano aderito nel 2022, con 18 lotti in favore del restauro degli affreschi del Monastero, se ne aggiunte altre, tra cui due italiane del Collio, Conti Attems, che appartiene al Gruppo Frescobaldi, e Castello di Spessa di Loretto Pali, nonché la slovena Burja della Valle del Vipacco, valorizzando i vini del goriziano senza confini.
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