In uno scenario mondiale che, nel 2023, ha visto diminuire i consumi mondiali di vino, a causa di molteplici fattori, la Nuova Zelanda ha messo a segno una crescita del 25% sul 2022 dell’export di vino (percentuale equivalente a circa 450 milioni di dollari, secondo i dati Statista e New Zeland Wine), per un valore di 2,4 miliardi di dollari, in crescita del 25% sull’anno precedente (percentuale equivalente a circa 450 milioni), che ne fa il sesto esportatore a livello globale, nonostante il Paese rappresenti appena l’1% della produzione vinicola mondiale, quinta voce dell’export nazionale. Non sorprende, quindi, che il Governo neozelandese abbia deciso di investire ancora sul settore vitivinicolo con “Next Generation Viticulture”, il “programma leader a livello mondiale volto ad aumentare la produttività dei vigneti e portare ulteriori 295 milioni di dollari nell’economia della Nuova Zelanda entro il 2045”, come annunciato dal Ministro all’Agricoltura, Todd McClay. Il piano mira a far crescere il sistema tradizionale della vitivinicoltura nel Paese, aumentando la redditività delle produzioni di 22,060 dollari per ettaro entro il 2045, senza comprometterne la qualità, attraverso un’innovativa gestione della chioma, con un co-investimento di 5,6 milioni di dollari in 7 anni da parte di Governo, New Zealand Winegrowers Incorporated e diversi produttori (sono sette i vigneti che, supportati dal Bragato Research Institute neozelandese sperimenteranno il programma).
Spinto dall’interesse del Governo della Nuova Zelanda verso un settore così strategico, questo progetto è forte anche degli ottimi risultati che un intervento simile ha portato nelle produzioni di kiwi e mele e che dimostrano che, grazie ad un’attenta gestione della chioma e della crescita, le viti potranno godere di una migliore intercettazione della luce.
“Questa iniziativa punta a consolidare la posizione della viticoltura neozelandese come leader mondiale di settore, in quanto a qualità ed anche in fatto di sostenibilità, garantendo al settore gli strumenti necessari - dice McClay - e ad aumentare la produttività assicurando la redditività a lungo termine della nostra industria vinicola, pur mantenendo al contempo l’eccezionale qualità per cui siamo conosciuti a livello internazionale: è un ottimo esempio di come Governo e industria possano lavorare insieme per ottenere benefici economici duraturi”.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024