Il concetto è sempre quello: applicare gli ultimi ritrovati della tecnologia al marketing del vino. In principiò fu BlackBarry a pensare al “sommelier” elettronico sui propri smartphone, poi vennero esperienze come quella di Modulgraf (www.modulgraf.com ), che grazie ad uno speciale inchiostro ha fatto parlare “l’etichetta” grazie ad una penna che “recitava” in audio le caratteristiche della bottiglia. In mezzo, le versioni digitali e per iPhone delle varie enoguide. Ma la tecnologia si evolve a ritmi vertiginosi.
E così, negli Stati Uniti, nasce “Cellar Key”: grazie ad un “tag”, un codice a barre nel collo della bottiglia, basterà avvicinare il proprio smartphone, dopo aver scaricato l’apposito software gratuito su www.getcellarkey.com, per vede partire filmati e schede che raccontano l’origine dell’uva, mostrando vigne e botti, spiegano le qualità organolettiche del vino e consigliano gli abbinamenti migliori. L’idea nasce dalla collabora zio tra la società tecnologica Scanbuy e il produttore ed esportatore americano Lion Nathan Wine Group, e potrebbe estendersi anche a i menù dei ristoranti o agli scaffali dei supermercati.
Ma è ancora più semplice l’idea lanciata dalla società italiana In-Wine, che dovrebbe debuttare in metà settembre: nessun software da scaricare: basta collegarsi, via pc o cellulare, al sito www.in-wine.it, digitare il codice che sarà scritto sul collarino della bottiglia, per vedere dove è l’azienda che lo produce ed “entrarci dentro” con una serie di video, con il produttore che racconta la sua storia, e conduce anche il visitatore virtuale in una degustazione guidata dei suoi vini.
Il futuro del vino, dunque, sembra segnato: smartphone o mouse in una mano, calice nell’altra ...
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