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La Repubblica - Gusto

Arriva dal Belgio una stretta sul rapporto tra prodotto alcolici e pubblicità. Un’iniziativa che arriverebbe a superare perfino le già rigide linee guida introdotte dall’Irlanda. La notizia riportata dal sito winenews.it trova conferma nella documentazione online della commissione europea. In particolare, il Regno del Belgio ha notificato alla Commissione europea nel quadro della procedura Tris il Regio decreto sulla pubblicità delle bevande contenenti alcool (2024/0032/BE) con il quale l’autorità belga vuole vietare la pubblicità di bevande alcoliche (tutte quelle con una percentuale superiore allo 0,5%) su ogni mezzo di comunicazione, fisico e digitale, destinate principalmente ai minori. Non solo: se la procedura non troverà ostacoli, sarà bandita anche la distribuzione gratuita di bevande alcoliche a fini promozionali o nei ricevimenti, fatta eccezione per le degustazioni. Il Belgio, paese celebre per la sua millenaria storia nella produzione di birra (prodotto rinosciuto Patrimonio dell’Unesco) e sede del “Concours Mondial de Bruxelles”, un punto di riferimento per il mondo del vino, si fa così promotore di un’iniziativa legislativa che mira a vietare la pubblicità sulle bevande contenti alcol nei 5 minuti precedenti e successivi a un programma televisivo rivolto principalmente a minorenni, allargando il divieto a giornali e periodici rivolti soprattutto ai minori. Stessa sorte per i film al cinema e sui media digitali rivolti principalmente agli under 18. Questo è però soltanto il primo step. Perché il Governo vuole introdurre anche un messaggio di avvertenza sanitaria nella pubblicità di bevande alcoliche, lasciando al Ministero della Salute belga l’impegno di trovare la formula da utilizzare. Ovviamente il provvedimento è destinato a far discutere e amplificare quanto già avvenuto dopo le posizioni prese da alcuni Stati membri dell’Unione - Irlanda in testa - sui messaggi e le campagne che vorrebbero evidenziare i rischi del bere alcol, con alert forti da apporre sulle etichette di vini, birre e distillati sulla scia di quanto già accade con le sigarette. L’iniziativa delle autorità belghe è stata depositata e ora la Commissione ha alcune settimane per comprenderne la possibile attuazione concreta. Le criticità non mancano, infatti, e non sono legate soltanto a questioni di mercato. Restano da chiarire molte delle formule utilizzate nel documento, a partire proprio dall'ampia definizione del concetto di pubblicità per arrivare alla formulazione del “divieto di distribuzione gratuita delle bevande alcoliche”, che non riguarderebbe però eventuali degustazioni gratuite durante la presentazione di prodotti specifici. Ci sarà da parlarne, comunque. Perché se le aziende belghe sono le prime a essere preoccupate (pensate soltanto al dover scrivere sulle etichette messaggi nelle tre lingue ufficiali del Paese, olandese, francese e tedesco) nel resto d’Europa si osserva con attenzione lo sviluppo di un caso che potrebbe cambiare strategie e mercati.

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