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LA REPUBBLICA

Corsa italiana alle vigne di lusso ... L’ultima acquisizione è di Antinori, che si è aggiudicato il Castello di San Sano. Molti scambi anche sul Brunello … Da antinori, che prosegue lo shopping con un castello nel Chianti, all’imprenditore argentino Alejandro Bulgheroni, che ha puntato 30 ettari di vigne a Bolgheri. Fino ai signori dell’Amarone, la famiglia Tommasi, che “diversificano” e sbarcano nelle terre del Brunello di Montalcino. C’è fermento tra le vigne. Mercato vivace, compra- vendite intense. Che confermano il settore non solo e non tanto come obiettivo di operazioni finanziarie, quanto di investimenti strategici, da parte di chi ha individuato la viticoltura di qualità come impresa ad alta redditività nonostante il prezzo della vite resti elevato: fino a 400.000 euro per un ettaro di vigne del Brunello e 300.000 euro a Bolgheri.
Gli ultimi sei mesi del mercato dei vigneti sono stati frizzanti. L’ultimo colpo di luglio è della griffe guidata da Piero Antinori, con le figlie Albiera, Allegra ed Alessia, che investe ancora nel Chianti Classico dopo averci trasferito il centro delle proprie attività con la cantina-tempio al Bargino. Il gruppo ha acquistato a Gaiole in Chianti il Castello di San Sano, che era del gruppo Alimenta Spa, con oltre 80 ettari di vigneti, un fabbricato di fine Ottocento e la cantina, per una cifra totale che si aggirerebbe intorno ai 15 milioni di euro. Con l’ultima acquisizione il potenziale produttivo a marchio Gallo Nero di Antinori sale ad oltre 200 ettari complessivi (Tignanello, Badia a Passignano e Peppoli).
Bulgheroni starebbe invece su 30 ettari di vigneto in una delle più belle zone di Bolgheri (investimento tra i 15 ed i 20 milioni di euro), per completare così la collezioni di gioielli in Toscana, dove l’imprenditore già possiede tenute in Chianti Classico (Dievole a Vagliagli) e Brunello di Montalcino (Poggio Landi e Podere Brizio). Bulgheroni era arrivato in Toscana perché appassionato di olio. Il vino lo ha conquistato. E ora si ritrova con un patrimonio di 150 ettari di pregio.
La famiglia Tommasi ha investito a Montalcino nella Fattoria Casisano Colombaio, 53 ettari di cui 22 a vigneto tra Brunello e Rosso di Montalcino e 12 ettari a oliveto, tra l’Abazia di Sant’Antimo e la vallata del Fiume Orcia. Giovanni Carlo Sacchet e Antonio Mario Zaccheo hanno chiuso il cerchio delle grandi denominazioni toscane:
dopo Chianti e Nobile hanno comprato Il Forteto del Drago a
Montalcino, 3,5 ettari a Brunello per 7-8 milioni. Cecchi, marchio top del Chianti Classico, ha acquistato Villa Rosa, una storica tenuta nel Chianti di 126 ettari(24,75avigneto) a Castellina in Chianti. La Tenuta de Le Macioche a Montalcino con 3 ettari a vigneto, è passata a tre giovani imprenditori veneti per 4 milioni di euro.
L’elemento nuovo è il ritorno dell’investimento italiano. “Se prima le acquisizioni erano appannaggio soprattutto di capitali stranieri, in questi ultimi mesi del 2015 stiamo assistendo a compravendite “Italia su Italia” - conferma dal suo osservatorio privilegiato Alessandro Regoli, direttore del periodico online WineNews - Si tratta di imprenditori, gruppi e marchi italiani che puntano ad arricchire il loro portfolio produttivo allargando i propri possedimenti o andando ad investire in territori del vino diversi. E se il benessere di un settore si vede anche dalla vivacità degli investimenti - chiosa Regoli - il vino sembra godere di ottima salute”.

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