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DA OGGI AL 19 NOVEMBRE

La “Settimana della cucina italiana nel mondo” 2023, tra “italianismi” e racconti delle radici

Tajani: “stare a tavola è un’occasione di dialogo con altri Paesi”. Lollobrigida: “con la candidatura Unesco della nostra cucina promuoviamo l’Italia”

Dagli “Italianismi nel mondo” raccontati Casa Artusi, ovvero le parole italiane come pasta, caffè e pizza universalmente conosciute che, tra dialettismi e fenomeni di contraffazione linguistica e gastronomica, ben descrivono quanto la lingua italiana sappia esprimere il gusto italiano, a “I Racconti delle Radici”, progetto del mensile “La Cucina Italiana”, uno storytelling storico sulla “grande emigrazione” del secolo scorso attraverso i piatti che le famiglie che hanno lasciato l’Italia per “trovare l’America” all’estero hanno portato con sé in valigia mantenendo vivi i legami con la propria terra e dai quali ne sono nati di nuovi dal “melting pot” con le cucine dei Paesi d’arrivo; dalla “Storia della cucina italiana a fumetti. Dalle tagliatelle etrusche al Tiramisù” pubblicata dall’Accademia Italiana della Cucina, al progetto per la promozione dell’olio di oliva e del vino italiani in Africa in collaborazione con Gambero Rosso. Sono oltre mille gli eventi in programma in tutto il mondo per la “Settimana della cucina italiana nel mondo” 2023 (Scim), all’edizione n. 8 da oggi al 19 novembre, e che, attorno al leitmotiv “A tavola con la cucina italiana: il benessere con gusto”, è la settimana in cui, sotto l’egida del Ministero degli Affari Esteri, nelle ambasciate, nei consolati, negli Istituti Italiani di Cultura e negli uffici dell’Istituto Commercio Estero, di tutto il mondo, si celebrano la cucina italiana candidata all’Unesco e le eccellenze enogastronomiche italiane, sostenendo le esportazioni, l’internazionalizzazione e i flussi turistici in entrata.
“Lo stare a tavola per noi italiani è un modo per stare insieme e, nell’era in cui si parla sempre di meno a tu per tu, è un’occasione importante per condividere e per confrontarsi, per aprirsi e per aprire un dialogo anche con altri Paesi. Noi italiani lo facciamo aprendo le porte di casa nostra agli amici stranieri. Anche per questo abbiamo candidato la Cucina Italiana al riconoscimento come Patrimonio Unesco e con un gioco di squadra ci auguriamo di vincere questa importante sfida”, ha detto, nella presentazione, nei giorni scorsi, alla Farnesina il Ministro degli Esteri Antonio Tajani, sottolineando che “abbiamo chiamato l’edizione di quest’anno “A tavola con la cucina italiana: il benessere con gusto” per evidenziare la relazione tra alimentazione e benessere e valorizzare la Dieta Mediterranea quale stile di vita salutare e modello di alimentazione equilibrata accessibile a tutti”, ma anche che gli italiani che vivono all’estero sono 7 milioni e firmando una nuova convenzione con la Federazione italiana cuochi “per lanciare iniziative sempre più mirate per la promozione delle nostre ricette”. “La “Settimana della Cucina Italiana”, per le Ambasciate di tutto il mondo, è un appuntamento sempre attesissimo, che attrae i tanti che vogliono avere la possibilità di assaggiare la nostra cucina e conoscere i nostri cuochi, ha sottolineato il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ribadendo che “la candidatura della Cucina Italiana all’Unesco non è solo una promozione del prodotto, della trasformazione, ma del nostro Paese, dei monumenti, dell’ambiente, della biodiversità che ci contraddistingue”.
“I Racconti delle Radici”, è il progetto del mensile “La Cucina Italiana”, su idea creativa del direttore Maddalena Fossati Dondero - già promotori della candidatura della Cucina Italiana all’Unesco - in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri, e che si prolungherà per tutto il 2024, con una web serie in 10 puntate, una mostra fotografica, un libro di ricette e due webinar che saranno diffusi nelle 300 Ambasciate, consolati e uffici Ice dell’intero pianeta. Un progetto al quale hanno partecipato nomi illustri come Simone Cinotto, professore di Storia Contemporanea all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Massimo Montanari, professore emerito dell’Università di Bologna, Elisabetta Moro, professore Ordinario di Antropologia Culturale all’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, oltre alle testimonianze reali di persone e personaggi come Lidia Bastianich e Rodrigo D’Erasmo. Le prime sette ricette presentate, vanno dal Fernandito, il cocktail a base di Fernet e Coca, agli Spag Bol australiani, abbreviazione di Spaghetti alla Bolognese, passando per la Baña Cauda di Papa Francesco.
Il progetto “Italianismi” nel mondo della Fondazione Casa Artusi, sempre in collaborazione con il Ministero, si articola, invece, in una serie di video in 8 lingue (inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese, cinese, giapponese e arabo) tramite voice over con AI, e contributi editoriali inediti a firma del gruppo di ricerca di AtLiTeg coordinato dalla professoressa Giovanna Frosini del Comitato Scientifico Casa Artusi, che danno vita ad un affascinante viaggio nella lingua del cibo, che trova nelle parole italiane diffuse in tutto il mondo, il vero simbolo della straordinaria cultura gastronomica nazionale.
E se della “Storia della cucina italiana a fumetti” dell’Accademia Italiana della Cucina ne avevamo già parlato su WineNews, il Gambero Rosso è coinvolto nel progetto sull’Africa per la promozione dell’olio di oliva e del vino attraverso video lezioni dedicate alle più famose cultivar italiane di olive e ai principali vitigni italiani e una serie di video ricette di piatti tipici africani ai quali associare l’uso dell’extravergine. “L’Africa - ha spiegato Tajani al Gambero - è un Continente in crescita e figura tra le priorità di politica estera del Governo. Vi sono ampi margini per una maggiore diffusione e distribuzione dei prodotti italiani di eccellenza”.

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