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ITALIANI & RIPARTENZA

La spesa, prima, durante e dopo Covid, termometro socio-economico dell’Italia. La parola a Coop

Cos’è cambiato e forse resterà? Pedroni: meno ingressi al supermercato, carrelli pieni, punti vendita di prossimità, spesa smart, i trend più duraturi

Prima, nell’incertezza e nel timore di un’emergenza mai vissuta, siamo corsi al supermercato e nel carrello si è rivista una spesa “bunker” come non succedeva da decenni e tutti si sono rimessi a cucinare. Nel lockdown abbiamo capito che il cibo non sarebbe mai mancato, ma cucinare in famiglia è tornata ad essere un’abitudine, e abbiamo continuato a farlo acquistando le materie prime indispensabili. Con l’inizio della fase 2, anche la spesa ha iniziato il suo lento ritorno alla normalità, e nel carrello del post-lockdown si sono rivisti quei cibi di cui per un po’ avevamo fatto a meno. È lo scenario visto da Coop, il leader della gdo, termometro socio-economico dell’Italia, che ha registrato un aumento del +5% di vendite nel lockdown (marzo-aprile 2020, sullo stesso periodo 2019) che continua anche nel post-lockdown, con un +4% (a maggio), seppur con una lieve flessione sintomo di un rilassamento anche nel fare la spesa. Che cosa resterà delle lunghe code e di una spesa più oculata? Un ritorno ai punti vendita di prossimità - indirizzato per Decreto nel Paese - anche con modalità più evolute di consegna a domicilio sperimentate in questi mesi, e l’uso di servizi digitali come l’e-commerce, nel segno della smart-life, fatta di smart-working e smart-learning, ma anche di smart-cooking e spesa veloce (che hanno registrato crescite a tre cifre). Ma come facilitazioni, perché il legame diretto con le persone, le produzioni italiane, il cibo ed i suoi racconti, resta la prima cosa.
La crescita delle vendite nel lockdown e nel post-lockdown è legato al forte aumento di acquisti nei piccoli supermercati di vicinato (+25% a marzo-aprile e +14% a maggio, con un +16% e un +12% negli stessi mesi anche per i supermercati di medie dimensioni, mentre iper e superstore crollano del -11% e del -8%, soprattutto nelle aree extraurbane e per le limitazioni di movimento). E se a marzo-aprile c’è stato un calo di ingressi al supermercato (-40% di scontrini), contestualmente si è registrato un aumento dello scontrino medio (46 euro contro i 26 dei mesi precedenti), che vuol dire meno gente a fare la spesa ma con carrelli più pieni, un trend che prosegue anche a maggio. Ma c’è stata anche una crescita dei prodotti a marchio (+25% a marzo-aprile, e +21% a maggio), tra sicurezza e convenienza, con un aumento di vendite dei prodotti di base e per l’igiene, a fronte di una flessione di quelli ad alto contenuto di servizio nell’emergenza, mentre nell’ultimo mese si registrano i primi, deboli, segnali di ridimensionamento dei consumi.
Guardando nel carrello, nella spesa “bunker” (febbraio-marzo) a crescere sono stati gli acquisti concentrati sulla lunga durata, con in testa prodotti come farina e lievito (+120%), carne in scatola (+65%), conserve di pomodoro (+57%), pasta e riso (+50%), uova (+37%), olio d’oliva (+35%) e creme spalmabili (+10%; +500% l’aumento dei disinfettanti). E quando nel lockdown (marzo-maggio) la dispensa è stata ben rifornita e le famiglie si sono rassicurate sulla tenuta della filiera italiana del cibo - che ha retto benissimo, da chi produce, a chi trasporta, a chi vende - a crescere ulteriormente sono stati i prodotti adatti alla quarantena, con un aumento degli ingredienti per quelli fatti in casa (+180% la farina, +170% il lievito, +50% le uova; +280% l’aumento di disinfettanti, e +5.000% quello delle mascherine). Per contro, negli stessi mesi, prodotti come pesce (-8%) e bevande per sportivi (-55%) sono diminuiti o praticamente scomparsi nel carrello. Ma, ed è il caso del pesce (+10% da maggio), elemento della dieta non acquistato o poco per motivi di conservazione, nella spesa del post-lockdown e della ripartenza stanno recuperando, seppure con lentezza, come tutti i prodotti ultra freschi e della dieta base (il pane è passato dal -20% al -10%, la pasticceria dal -40% al -15%, mentre continuano a crescere, ma a livelli più contenuti, farina, lievito e uova; +59% i disinfettanti, +21.000% le mascherine). Il vino? Dai dati analizzati da WineNews, il lockdown e le sue conseguenze hanno spinto molto la quotidianità, con il balzo dei vini da tavola, a fronte, però, di un acquisto di vini Doc, Docg e Igt in flessione seppur mantenendo un segno positivo.
Dopo il lockdown, che ha visto la rete vendita gestire l’emergenza e dare risposte in tempi rapidi, con altrettanta energia c’è da affrontare una fase 2, complessa e tale da generare un’ulteriore, drammatica polarizzazione dei consumi. La caduta del Pil ipotizzata ad oltre il 10% nel 2020, l’occupazione in forte peggioramento soprattutto per i giovani, un aumento delle disuguaglianze e della povertà anche per le piccole imprese di famiglia e artigianali, e i segnali di un’inflazione crescente, delineano uno scenario economico-sociale peggiore della crisi del 2008, che inevitabilmente si riverserà sui consumi delle famiglie (-7,5%). “Le misure del Governo e le risorse Ue sono importanti, auspichiamo non una spesa a pioggia, ma il sostegno alle fasce più deboli, misure fiscali a favore dei consumi e della sostenibilità ambientale, investimenti per modernizzare il Paese nel lungo periodo - spiega Marco Pedroni, presidente Coop Italia, che blocca i prezzi sui prodotti a marchio per altri 4 mesi (oltre 2.000, fino al 30 settembre), con un paniere di 10 prodotti basici di qualità a 10 euro e promozioni su freschi e freschissimi da produttori italiani nel periodo estivo - non spetta solo al Governo sostenere l’economia del Paese, ma anche alle imprese più importanti, che hanno una grande responsabilità nel difendere le famiglie e le tante piccole e medie imprese collegate. Dopo aver investito nel lockdown 50 milioni di euro (marzo-aprile), investiamo per la fase 2 altri 50 milioni (maggio-settembre). La buona spesa mette assieme sicurezza, convenienza e sostenibilità. Se nell’emergenza la maggior parte del nostro investimento, circa il 70%, è stato assorbito dalle azioni per garantire a soci e consumatori massima sicurezza e serenità, ora la percentuale si è rovesciata per gli impegni a difesa del potere di acquisto. Speriamo che l’emergenza sanitaria possa passare in secondo piano perché questo ci permette di concentrarci di più sugli evidenti effetti economici e sociali della pandemia”.
Una fase 2 concentrata sui prodotti a marchio “per garantire convenienza e qualità - sottolinea Maura Latini, ad Coop Italia, che nei precedenti mesi ha bloccato i prezzi di oltre 18.000 prodotti non solo a marchio, ha applicato lo sconto del 10% sui buoni dello Stato e attivato un Protocollo con Protezione Civile, Anci e Volontariato per la spesa a domicilio (oltre 100.000 le consegne a fine maggio) per le persone in difficoltà, predisposto kit di servizi digitali e regalato Giga CoopVoce, donato alla Protezione Civile 4,4 milioni di mascherine (per un valore di oltre 3 milioni di euro, acquistate attraverso la filiale di Hong Kong), oltre a adottare fin da subito misure di sicurezza nei punti vendita e ad applicare le chiusure domenicali, agendo nei territori in collaborazione con le autorità - la fase economica è piena di incognite. Quale sarà sui consumi l’impatto del rallentamento economico che il Paese ha subito e subirà è un nodo rilevante. Per i valori che la cooperazione incarna, assumendosi anche un rischio, Coop ha scelto di non aspettare e di mandare subito un messaggio alle famiglie e ai produttori. Così facendo agiamo sia a monte (verso i fornitori), che a valle (verso i consumatori) per garantire la stabilità dei prezzi e delle remunerazioni dei diversi attori della filiera”.
Le attese dei consumatori? C’è una crescita di domanda di sicurezza, dei luoghi, delle relazioni e ovviamente dei prodotti, e c’è paura per il futuro, rispetto alla povertà e alla perdita di lavoro. Ma ad emergere è soprattuto l’attenzione prioritaria al prezzo, a patto che sia sempre accompagnato da qualità e sicurezza dei prodotti. Ad aumentare, sono anche l’attenzione all’italianità, all’ambiente, all’etica e al benessere a tutto tondo, sensibilità già consolidate nel passato e che rimaranno anche per il futuro. E che forse saranno ancora più forti.

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