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LA TENUTA DEL CASTELLO DI SCANSANO DI JACOPO BIONDI SANTI

I 360 ettari di terreno che costituiscono la proprietà di Montepò sono dominati da un possente e romantico castello-fortezza medievale, acquistato dal nipote dello scrittore inglese Graham Greene, arroccato sulla sommità di un imponente rilievo. Le fondamenta della costruzione risalgono senza dubbio al X secolo, ma l’architettura, sia dei tetti che dei due loggiati che si affacciano sulla corte interna, fa pensare ad un rimaneggiamento cinquecentesco ad opera del grande architetto Baldassarre Peruzzi. La fortezza austera, peraltro mai conquistata, è circondata da una serie di mura di protezione, col tempo trasformate in terrazzamenti ingentiliti da caratteristici giardini. I terreni vitabili sono di circa 220 ettari, ad un’altitudine che varia dai 200 ai 450 metri sul livello del mare. Le esposizioni W e SW sono a composizione galestrosa, quelle a S, E e NE con composizione calcarea mista a galestro e tufo. La composizione dei terreni, la varietà dei microclimi e la vicinanza del mare, rendono la tenuta adatta alla coltivazione di una grande varietà di vitigni, per la realizzazione di vini di altissimo livello.

Già nel passato ho avuto modo di avvicinarmi alla realtà produttiva della Maremma per la produzione del “Sassoalloro”, ed oggi vi ho trasportato tutta la produzione dei miei “Super Tuscans” che saranno presto affiancati da altri prodotti. Oltre ai 10 ettari esistenti (Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Merlot), il programma di sviluppo aziendale futuro prevede 5 ettari di impianti di selezioni clonali di Merlot e Syrah. Inoltre, è mia intenzione recuperare alcuni vitigni autoctoni che ho individuato in alcuni appezzamenti (si prevede però di non superare i 60-80 ettari complessivi). La prima vendemmia a Montepò è stata realizzata ad ottobre ’99: raccolto ottimo, uva molto sana, ricca di estratto secco e con un contenuto zuccherino importante. Come da sempre si fa nella Tenuta di famiglia a Montalcino, ho preferito una raccolta a mano ed ho fatto una rigorosa divisione delle uve, in prima e seconda classe.

La cantina di fermentazione è stata notevolmente ampliata e per quella di affinamento ho sviluppato un concetto di “cantina-salotto”: intendo, cioè, usare le sale del castello medievale come cantina delle barriques e mantenere allo stesso tempo la possibilità di ricevere ospiti ed organizzare cene e degustazioni nei saloni tra le barriques in modo da creare un’atmosfera familiare ed intima. La Tenuta del Castello di Montepò rappresenta il coronamento di un progetto avviato agli inizi degli anni ’90, quando la società Jacopo Biondi Santi Fibs fu fondata con l’obiettivo di uscire dalla tradizione enologica della famiglia e di produrre anche vini più vicini alle esigenze del mercato: questa azienda è insomma il polo di produzione di tutti i miei “Super Tuscans”, vini che ho deciso di non produrre più a Montalcino anche per non rischiare confusione tra l’immagine di questi ultimi e quella del Brunello.

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