La decisione di mandare al macero perché "sanno di tappo" migliaia di bottiglie di pregiato Barolo '97 di Elio Altare, una delle più pregevoli griffe mondiali di vino, sarà al centro di una sorta di campagna promossa dalla Regione Piemonte, per sottolineare la serietà dei produttori piemontesi. Ad indicare questa strada è stato un ordine del giorno, approvato ieri, a maggioranza, dal Consiglio Regionale del Piemonte, su proposta dei Comunisti Italiani. "Il mondo enologico di qualità - si legge nell'odg - ha abbandonato da tempo le vecchie e perdenti logiche manipolatorie o, peggio, sofisticatrici, per puntare su di un "target" alto che, oltre ad un lavoro altamente professionalizzato nelle vigne e nelle cantine, non prescinde mai dal rispetto nei confronti del consumatore anche quando si verificano situazioni che non dipendono dal produttore".
Il Consiglio ha così chiesto alla giunta di farsi carico di individuare campagne e anche "testimonial" per rendere nota questa "serietà" professionale. Già alcuni giorni fa, il fondatore di Slow Food, Carlo Petrini, aveva sottolineato il comportamento di Elio Altare, come esempio di grande professionalità e onestà. Petrini aveva sottolineato come la decisione fosse stata presa senza considerare l' enorme danno economico e nonostante gli accorgimenti presi (acquistando anche tappi molto cari) per evitare l' odore di tappo, una vera persecuzione da sempre per i produttori di vino di tutto il mondo.
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