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BREXIT

L’accordo provvisorio su scambi tra Ue e Uk prorogato al 30 aprile 2021. Le prospettive del vino

Per il futuro, la volontà di garantire la dinamicità nelle importazioni di vino: il 98% dei consumi inglesi è legato, per forza di cose, alle produzio
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Il vino negli accordi tra Ue e Gran Bretagna

La Commissione Europea ha deciso di prorogare al 30 aprile 2021 l’applicazione provvisoria dell’Accordo sugli scambi e la cooperazione siglato il 24 dicembre 2020 per regolare i rapporti fra Europa e Regno Unito, la cui applicazione, in attesa della ratifica, era prevista fino al 28 febbraio 2021. Si tratta di un’estensione tecnica per concedere il tempo necessario al completamento della revisione giuridico-linguistica dell’accordo, e per permetterne l’esame a Parlamento e Consiglio Ue in funzione della ratifica. Una novità che riguarda da vicino anche il mondo del vino italiano, che in Gran Bretagna ha uno dei suoi mercati di sbocco principali. E che l’Alleanza Cooperative Agroalimentari ha analizzato insieme alle cantine, nell’incontro “Brexit - Dogane e Scambi commerciali - Nuovi adempimenti per i vini made in Italy”, insieme ad Agenzia Ice e Agenzia delle Dogana, per chiarire il contesto normativo e regolamentare ed i principali spazi di discussione che interessano i nuovi rapporti e gli scambi commerciali con il Regno Unito.
Un aspetto di particolare rilievo che è stato discusso è quello relativo alle Indicazioni geografiche dei vini: quelle registrate nell’Ue al 31 dicembre 2020 continuano ad essere protette nel Regno Unito senza riesame mentre per le altre sarà necessario presentare una nuova domanda in base alla nuova procedura nazionale. Nell’accordo si legge, in particolare per quanto riguarda il vino, la volontà di mantenere un’apertura rispetto alla dinamicità degli scambi commerciali, anche considerando che gli inglesi importano il 98% del vino che bevono. D’altra parte, i dati Ismea confermano che il Regno Unito rappresenta il terzo mercato di destinazione del vino made in Italy soltanto: nel 2019 gli inglesi hanno bevuto 2,8 milioni di ettolitri di vino italiano, per un valore di circa 763 milioni di euro. Un mercato quindi assolutamente strategico che, nonostante l’impatto dell’emergenza sanitaria - che ha causato un calo delle vendite pari al -3,2% nel periodo gennaio-ottobre 2020 sullo stesso periodo dell’anno precedente - è tra i primi partner commerciali del comparto vitivinicolo italiano.
“Auspichiamo che anche dopo la fase transitoria e la progressiva applicazione di regole più stringenti sia comunque garantita una adeguata flessibilità delle operazioni doganali e che la parola d’ordine resti quella della semplificazione, necessaria per consentire una fluida gestione dei transiti in dogana, pur in presenza di maggiori controlli”, commenta Luca Rigotti, Coordinatore del Settore Vitivinicolo di Alleanza delle Cooperative.

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