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TECNOLOGIA NEI CAMPI

L’agricoltura 4.0 vale già 7 miliardi di dollari nel mondo: Italia prima in Europa per startup

Lo studio dell’Osservatorio Smart Agrifood e del Laboratorio RISE svela i numeri: nel Belpaese valore 2018 a oltre 370 milioni di euro, +270% sul 2017
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L’agricoltura 4.0 vale 7 miliardi di dollari nel mondo: Italia prima in Europa per startup

Quello dell’agricoltura è il settore che meglio rappresenta la tendenza nei consumi del mondo agroalimentare: una sostanziale “riscoperta” della tradizione, dei prodotti semplici e del territorio, ingredienti stagionali e freschi, filiera corta e naturale. Ma anche uno sguardo concreto verso il futuro, fatto di tecnologia intelligente, macchinari all’avanguardia, e-commerce. A confermarlo, sono i numeri dello studio dell’Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano e del Laboratorio RISE (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia, presentato oggi al convegno “Il digitale scende in campo, ma la partita è di filiera!” presso l’Università degli Studi di Brescia: l’innovazione digitale in agricoltura non ha solo migliorato o facilitato il lavoro, ma permette un maggiore controllo della qualità dei prodotti finiti e dell’intera filiera. Sono già 133 le soluzioni tecnologiche per la tracciabilità presenti sul mercato italiano, e il 44% delle imprese che le hanno adottate ha migliorato efficienza ed efficacia, riducendo tempi e costi. Ma è l’Agricoltura 4.0, quella che utilizza diverse tecnologie interconnesse per migliorare resa e sostenibilità delle coltivazioni, qualità produttiva e di trasformazione, nonché condizioni di lavoro, l’ambito di maggior fermento: ha raggiunto, a livello globale, un valore di 7 miliardi di dollari, di cui il 30% in Europa. In Italia, sono oltre 300 le soluzioni 4.0 già disponibili, orientate soprattutto all’agricoltura di precisione e in misura minore all’agricoltura interconnessa (il cosiddetto “internet of farming”), impiegate dal 55% di 766 imprese agricole intervistate nella ricerca, con l’età e il titolo di studio che non influiscono significativamente sull’adozione di soluzioni 4.0. La crescente offerta tecnologica spinge un mercato in rapida espansione, che nel 2018 nel Belpaese raggiunge un valore compreso tra i 370 e i 430 milioni di euro, con una crescita del 270% solo rispetto al 2017, pari a circa il 5% di quello globale e il 18% di quello europeo, generato da oltre 110 aziende fornitrici fra player affermati e startup. In questo contesto favorevole, anche le startup che propongono soluzioni digitali al settore agricolo e agroalimentare proseguono nella loro spinta innovativa: sono 500 le startup nel mondo, per un totale di 2,9 miliardi di dollari di investimenti raccolti, attive soprattutto in ambito e-commerce (65%) e agricoltura 4.0 (24%). L’Italia si colloca davanti a tutti gli altri paesi Europei per numerosità, ma con appena 25,3 milioni di euro di finanziamenti (pari all’1% del finanziamento complessivo).

Come detto, la tecnologia in agricoltura ha un grande impatto nel mantenimento del legame tra tradizione e innovazione, tra produttore e consumatore: secondo lo studio, le tecnologie digitali hanno infatti un grande impatto sull’efficienza e l’efficacia dei processi di tracciabilità alimentare. Il 30% delle imprese che adottano soluzioni digitali di tracciabilità rileva una riduzione degli errori di inserimento dei dati e del rischio di manomissione, il 27% nota una diminuzione dei costi richiesti all’attivazione delle procedure di rintracciabilità e il 21% un risparmio di tempo per la raccolta dei dati. Anche i processi e le relazioni nella supply chain beneficiano di queste soluzioni, soprattutto per quanto riguarda i costi di gestione delle scorte (15%), la riduzione degli sprechi alimentari (14%) e il consolidamento dei rapporti di filiera (13%). Il 13% delle aziende ha anche riscontrato un aumento delle vendite, mentre il 14% evidenzia la necessità di puntare su soluzioni per migliorare i processi di certificazione. Le 133 soluzioni tecnologiche per la tracciabilità alimentare disponibili sul mercato italiano intervengono nei processi di identificazione univoca, acquisizione del dato, registrazione, analisi, integrazione e trasmissione. Il 59% di queste soluzioni sono ancora “tradizionali” (trasformano il dato in digitale richiedendo un importante contributo umano) e le più diffuse sono piattaforme software per registrazione, integrazione ed elaborazione del dato (62%), seguite da soluzioni che combinano strumenti hardware e software (30%) e da strumenti hardware come sensori IoT e lettori codici a barre (8%).

“L’innovazione digitale è una leva strategica per il settore agroalimentare italiano - dice Filippo Renga, Direttore dell’Osservatorio Smart AgriFood - in grado di garantire maggiore competitività a tutta la filiera, dalla produzione in campo alla distribuzione alimentare, passando per la trasformazione. Il successo delle imprese agricole passa sempre di più dalla capacità di raccogliere e valorizzare la grande mole di dati che si genereranno, soprattutto per ottenere il controllo dei costi e l’aumento della qualità della produzione. Va evidenziato comunque che tra gli attori del settore emerge ancora poca chiarezza su come sfruttare queste opportunità; un segnale che serve investire nella creazione di sane competenze, al di là delle mode”.

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