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Lasciar morire ettari di filari per salvarne altri: è la situazione, drammatica, che stanno vivendo i vignaioli cileni nelle Regioni settentrionali di Elqui e Limarì, dove la morsa della siccità costringe i produttori ad abbandonare le proprie vigne

Lasciar morire ettari ed ettari di filari per salvarne altri: è la situazione, drammatica, che stanno vivendo i vignaioli cileni nelle Regioni settentrionali di Elqui e Limarì, dove la morsa della siccità è, da tre lunghissimi anni, un cappio sempre più stretto, con tanti produttori costretti ad abbandonare le proprie vigne, ormai impossibili da irrigare, e chi rimane deve lottare contro una natura a dir poco inclemente. “Sia Elqui che Limarì - racconta a “The Drinks Business” (www.thedrinksbusiness.com) Max Weinlaub, enologo di Viña Maipo - stanno soffrendo la siccità e terribili problemi di approvvigionamento idrico: dalle montagne non arriva una goccia d’acqua ormai da tre anni, e tanti produttori stanno lasciando morire i propri vigneti”.
Secondo il portale www.FreshFruitPortal.com, il Center for the Study of Arid Zones (centro per lo studio delle zone aride, ndr) ha registrato, alla fine del 2014, un impoverimento delle riserve idriche dell’80%, ed un calo della copertura nevosa sulle montagne di Elqui del 60%. Preoccupanti anche i dati della Northern Agricultural Society, che racconta di come il 41% dei 27.000 ettari dedicati nella Regione di Elqui alla coltivazione della vite e di altra frutta non siano attualmente irrigati, e solo 20.000 ettari sui 71.000 coltivati a Limarì hanno risorse idriche sufficienti a sopravvivere.
“I vigneti nella zona di Elqui colpiti dalla siccità - spiega Andrea Sanchez Zwanzger, responsabile dello sviluppo sostenibile per il gruppo Vspt, con aziende in Cile ed in Argentina - hanno diminuito la propria capacità produttiva e, in alcuni casi, sono stati abbandonati. E questo è successo soprattutto nelle zone alte della valle, dove, oltre che con un grande bisogno d’acqua, c’è da fare i conti con gli alti costi di pompaggio”. Una situazione durissima, quindi, che ricadrà su tutta la viticultura cilena, con aziende di alto profilo come Tabali e Tamaya a Limarí, e Viña Falernia e Viña Mayu ad Elqui che guardano con incertezza al proprio futuro, e l’intero comparto che guarda verso il Sud del Paese per garantirsi un futuro.

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