Dopo Milano, Bologna e Roma, quest’anno scenario fiorentino per il consueto appuntamento con lo “Champagne Day”, l’evento organizzato dal Centro Informazioni Champagne e che rappresenta una vetrina d’eccezione per il vino francese più amato e rinomato nel mondo. “Siamo molto soddisfatti del risultato ottenuto quest’anno - spiega a WineNews, Giorgio Vizioli, coordinatore del Centro Informazioni Champagne - con il nostro lavoro tendiamo soprattutto a valorizzare ed a diffondere la conoscenza dello Champagne in Italia, una terra che vanta una grande tradizione vitivinicola: nel 2000, sono state importate 8.200.000 bottiglie. L’Italia è il quinto paese europeo di esportazione dopo Gran Bretagna, Germania, Belgio e Svizzera”. E la guerra che ripercussioni potrà avere sui mercati dei vini di qualità ? “E’ ancora troppo presto per fare calcoli o azzardare cifre - continua Vizioli - certo è che, per ora, il mercato non ha subito arresti. La guerra crea nei consumatori più problemi dal punto di impatto psicologico che economico”. Una ricerca svolta dal Comité Interprofessionel du Vin de Champagne ha messo in evidenza “il fatto che questo “magico” vino francese non è utilizzato dal consumatore rigorosamente in occasioni speciali, ma che serve ormai per accompagnare qualsiasi pasto, e che tale tendenza è seguita con attenzione dagli importatori italiani”.
Due eventi di rilievo hanno completato lo “Champagne Day” (al quale hanno partecipato 28 tra produttori francesi ed importatori, per un totale di 42 tra le più prestigiose marche di Champagne) ieri negli splendidi saloni del “Giardino d’inverno” e “Sala delle Feste” del Grand Hotel di Firenze: la mostra “Art à Boire”, una mostra iconografica che accompagna il visitatore attraverso la regione dello Champagne ed i suoi metodi di coltivazione, e il vernissage del periodico “Champagne”, edito dal Centro Informazioni Champagne per l’Italia, che offre informazioni enologiche e notizie di attualità.
Agnese Pellucci
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