"Una tassa per soggiornare nelle località turistiche, soprattutto di piccole e medie dimensioni, a carico dei turisti, per permettere il mantenimento dei principali servizi e la vita delle piccole comunità locali". La proposta della tassa di soggiorno - ma con finalità molto diverse da quella avanzata dalle grandi città d'arte - dovrebbe aiutare soprattutto le piccole amministrazioni ad offrire servizi efficienti, in grado di soddisfare i cittadini e i tanti turisti che, in certi periodi dell'anno, affollano strade, campagne e pubblici esercizi. L'idea, partita dal sindaco di Montalcino Massimo Ferretti, è stata adesso ripresa dalle Città del Vino che, ieri a Siena, hanno annunciato l'avvio della richiesta ufficiale in una audizione alle Commissioni Finanze di Camera e Senato e allo stesso ministro Tremonti.
"Abbiamo proposto di dare facoltà ai sindaci di istituire una tassa di soggiorno aggiuntiva da applicare al numero di presenze nelle strutture ricettive - ha spiegato il presidente, Paolo Saturnini, sindaco di Greve in Chianti - L'idea nasce dal disagio di molte piccole amministrazioni che, anno dopo anno, vedono ridurre i servizi sul proprio territorio (uffici postali, scuole, trasporti, ospedali) e hanno difficoltà anche a gestire servizi ordinar. Ma le proposte sulla finanza locale delle Città del Vino prevedono anche la facoltà di estendere l'applicazione dell'Ici alle abitazioni rurali. "E' un problema di giustizia sociale e fiscale - spiega Saturnini - In alcune realtà, l'agricoltura ha livelli di reddito e sviluppo così elevati che non giustificano una defiscalizzazione. Non si può pensare che pensionati con redditi bassi siano costretti a pagare l'Ici, mentre produttori di vini pregiati ne siano esenti".
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