Per il business delle cantine italiane, soprattutto in una fase di incertezza profonda e prolungata come quella che stiamo vivendo, il rapporto diretto con i partner (importatori, distributori, ristoratori) è sempre più importante, e le grandi fiere ne sono un importante catalizzatore. Lo è Vinitaly, appuntamento principe del vino italiano, a Veronafiere a Verona, lo è la rampante Wine Paris, in forte crescita anche per la evidente vocazione internazionale (e per la logistica) di Parigi, e lo è anche la ProWein, a Düsseldorf, che, pur vivendo una fase calante, resta presidio per il fondamentale mercato tedesco, e porta per i non trascurabili mercati del Nord ed Est Europa, con tantissime cantine che magari rimoduleranno la loro presenza, ma non la abbandoneranno, come hanno raccontato tanti imprenditori incontrati in fiera da WineNews. Ma in ogni caso, razionalizzazione dei costi, spesso attraverso partecipazioni collettive di alto livello, e semplificazione della gestione delle fiere, dal punto di vista organizzativo e logistico, sono linee guida chiare che arrivano dalle aziende, così come emerge un ritorno della presenza forte del cibo e della cucina accanto al vino (come abbiamo documentato da Vinitaly 2025), come hospitality, ma non solo. Aspetti sui quali si basa il successo crescente, tra gli altri, di Area 39, una delle realtà italiane leader nell’organizzazione di collettive ai principali eventi fieristici internazionali, che offre un servizio quasi “chiavi in mano” alle aziende, che copre tutti gli aspetti di partecipazione ad una fiera - iscrizione, allestimento, personalizzazione grafica, spedizioni e materiali per il servizio - oltre alla presenza di un servizio di catering italiano, che celebra la combinazione tra vino e cibo italiani.
“Le aziende vogliono partecipare alle fiere dove si fa business, ma cercano soluzioni sempre più semplici, come quelle che offriamo noi, in modo tale che l’imprenditore o il rappresentante dell’azienda, di fatto, debba pensare soltanto a venire in fiera, fare i suoi incontri business e basta”, spiega, a WineNews, Andrea Brachino, co-founder e director Area 39, insieme a Gabriele Asta alla guida dell’azienda. “Inoltre, le collettive - aggiunge Brachino - funzionano bene non solo perché certamente razionalizzano i costi mettendo in sinergia le risorse delle aziende per avere spazi e hospitality di alto livello, ma perché creano anche uno scambio di contatti tra i partner, che magari possono aprire nuove possibilità di business. Inoltre, abbiamo visto che l’aspetto della partecipazione del food è sempre più importante, perché, da un lato, offre un’esperienza degustativa più completa, e, dall’altro, crea un ambiente di lavoro più piacevole e confortevole, che aiuta a lavorare meglio e di riflesso facilità anche il business”. Una lettura che viene da esperienze importanti, come quelle delle collettive che Area 39 organizza da anni, nelle più importanti fiere mondiali, per Italia del Vino Consorzio, raggruppamento di imprese che vanno da Angelini Wines & Estates a Banfi, da Bisol 1542 a Ca’ Maiol, da Collis Heritage a Di Majo Norante, da Diesel Farm a Drei Donà, da Duca di Salaparuta a Ferrari Fratelli Lunelli, da Gruppo Italiano Vini - Giv a Gruppo Mezzacorona, da Le Monde a Librandi Antonio e Nicodemo, da Lunae Bosoni a Marchesi di Barolo, da Medici Ermete & Figli a Mesa, da Terre de La Custodia a Terredora di Paolo, da Torrevento a Zaccagnini, da Zonin1821 a Tenimenti Leone della famiglia Veronesi, ad Herita Marzotto Wine Estates, capaci di mettere insieme un giro d’affari di 1,5 miliardi di euro, ma anche per il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, e non solo.
Con Area 39 che, archiviate con successo Wine Paris 2025 (dove ha allestito un’area di 750 metri quadrati nel Padiglione Italiano, dedicata a tre collettive, per un totale di 30 aziende e 5 consorzi), ProWein 2025 (con 350 metri quadrati allestiti in due collettive, con 9 aziende vinicole ed un consorzio), e mettendo in cantiere nuovi progetti anche su Vinitaly, guarda agli appuntamenti internazionali futuri già in calendario. “Il 7-8 maggio saremo, con una collettiva di aziende a Vinexpo America - Miami, la prima edizione della fiera in Florida, centro privilegiato di industrie Horeca e punto di accesso a mercati in forte crescita, in cui Area 39 crede fermamente; dal 27 al 29 maggio, a Vinexpo Asia - Singapore, con uno spazio collettivo di 100 metri quadrati e 14 aziende partecipanti; e, a seguire, nella seconda metà 2025, una serie di appuntamenti scelti strategicamente al fine di coprire alcuni mercati in crescita: ProWine São Paulo, dal 30 settembre al 2 ottobre, a San Paolo in Brasile; Vinexpo India - Mumbai, il 3-4 ottobre, a Mumbai, in un Paese che si sta aprendo al vino e per il quale abbiamo richieste in crescita e anche sorprendenti, e poi ProWine Shanghai, dal 12 al 14 novembre in Cina”.
“Ma già guardiamo al 2026: a Parigi, per Wine Paris - spiega ancora, a WineNews, il co-founder Area 39 Andrea Brachino - abbiamo un’area da 1.200 metri quadrati, una crescita importante sul 2025, che, per un terzo, sarà occupata da Italia del Vino, ma, per il restante spazio, da un format nuovo, che sarà brandizzato principalmente come vorranno le aziende-espositrici, ma anche con un piccolo richiamo proprio ad Area 39 (il cui nome prende spunto da +39, il prefisso telefonico internazionale dell’Italia, ndr), per il quale abbiamo tante richieste, che ci dicono che la strada intrapresa è quella giusta”, conclude Brachino. Con la sinergia tra produttori di vino, società che fornisco servizi come Area 39, e quella tra vino e cibo, che si confermano carte vincenti sul tavolo verde dei mercati mondiali.
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