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LE GELATE DI PASQUA PORTANO GRAVI DANNI AI VIGNETI DELL'ITALIA CENTRALE, SOPRATTUTTO TOSCANA E UMBRIA

Sono gravi i danni nel vigneto dell'Italia Centrale: nella notte di Pasqua, la temperatura sotto lo zero ha di fatto compromesso i vigneti di alcuni territori del vino di Toscana, Umbria ed Abruzzo (danni, ma leggeri, anche nelle Marche; nel Nord Italia, invece, nessun problema, anche se - soprattutto Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige - il pericolo gelo e maltempo rimane fino ai primi di maggio): il freddo ha, infatti, colpito duramente i germogli della vite e li ha "bruciati". Danni, per il Centro Italia, difficili da quantificare, ma di sicuro di qualche centinaio di miliardi. In Toscana, le aree più colpite sono Montalcino, Montepulciano, Chianti e Maremma, ed in Umbria, Montefalco, Torgiano, Colli Amerini, Assisi e Trasimeno.

"Nei nostri vigneti - spiegano gli agronomi ed enologi della Castello Banfi di Montalcino - i danni sono variabili, in relazione all'altitudine e all'esposizione dei vigneti, ma soprattutto alle varietà delle coltivazioni. Una primissima stima va dal 20 al 40%, con maggiore incidenza sui bianchi (Pinot Grigio e Chardonnay), perché più precoci. Una stima dettagliata dei danni si potrà fare tra 10/15 giorni in base alla reazione delle piante ed ai nuovi germogli. Il Sangiovese, il vitigno del Brunello, si presenta ad oggi in una situazione analoga al '97, un'annata dagli ottimi risultati qualitativi, dove la gelata funzionò da selezione naturale dei grappoli". Sulla stessa lunghezza d'onda, anche il Consorzio del Brunello: "il freddo della notte di Pasqua ha causato dei significativi danni ai vigneti della zona di produzione dei vini di Montalcino. La massa di aria fredda che nella giornata di sabato 14 aprile ha raggiunto la Toscana ha fatto abbassare la temperatura durante la notte. Il fenomeno è stato accentuato da un repentino rasserenamento del cielo e dalla diminuzione, per alcune ore, della ventilazione. Nel complesso si è trattato di un fenomeno anomalo, diverso anche dalle classiche gelate tardive che in genere non sono accompagnate dalla presenza di consistenti masse d’aria fredda. Il freddo ha danneggiato i giovani germogli che già avevano cominciato a svilupparsi a partire dalla fine del mese di marzo. I danni si sono verificati particolarmente nelle zone più basse, colpendo molti vigneti impiantati con vitigni vari (particolarmente bianchi). I vigneti per la produzione del Brunello sono stati colpiti in maniera diversificata, specialmente nei punti in cui non c’era alcuna circolazione d’aria. Allo stato attuale è difficile fare una quantificazione dell’entità del danno: molto dipenderà dalla capacità di reazione delle viti e dallo sviluppo delle gemme rimaste intatte. Esperienze passate, come ad esempio l’annata '97 in cui si verificò una gelata tardiva, sono confortanti per i riflessi positivi sulla qualità. Le prossime settimane consentiranno un bilancio complessivo più preciso e sereno)". Problemi anche a Montepulciano ("l'escursione termica è passata da 20 gradi a 0 gradi; in collina, nessun problema, mai i vigneti più in basso hanno sicuramente sofferto") ed in Chianti. L'enologo Carlo Ferrini, uno dei migliori winemakers d'Italia, avverte "è presto per dare numeri, perché in alcune aree la situazione è grave, in altre preoccupante, in altre ancora i danni non ci sono stati. Del resto, nel '97, grande vendemmia in Toscana, il 18 aprile, le gelate crearono problemi simili, analoghi, ma poi il decorso fu buono (nel senso che le gemme ributtarono, ndr): la produzione fu gravemente ridotta, ma di qualità straordinaria. Ripeto, comunque, che la situazione è preoccupante, ma non drammatica, e varia molto sulla base dell'altitudine e dell'esposizione dei vigneti".

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