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DOP E IGP

“Le Indicazioni Geografiche? Un’opportunità per i giovani che desiderano rimanere nel territorio”

Lo ha detto il dg Fao, Qu Dongyu, in apertura della Conferenza Internazionale a Roma. Il Ministro Lollobrigida: “in Italia oltre 800.000 lavoratori”
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Qu Dongyu e Francesco Lollobrigida (credit: Facebook/Francesco Lollobrigida)

Un tesoro chiamato Indicazioni Geografiche (Ig), sinonimo di qualità agroalimentare, ma anche un baluardo per quanto riguarda la sostenibilità, uno dei temi chiave per il presente e il futuro del pianeta. Perché le Ig sono linfa vitale per le produzioni locali, rappresentano un volano per l’occupazione e il territorio, garantiscono opportunità in ogni angolo del mondo. Particolarità che l’Italia conosce bene, essendo leader mondiale nel settore, grazie ad oltre 890 filiere a Indicazione Geografica, che si distinguono a livello internazionale per l’impegno nella tutela e valorizzazione dell’eccellenza attraverso l’azione sinergica di Consorzi, filiere produttive, istituzioni, centri di ricerca e decisori politici. Una ricchezza, quella delle Ig, di cui si parla a “Prospettive globali sulle Indicazioni Geografiche: Innovazioni e Tradizioni per la Sostenibilità”, la Conferenza Internazionale sulle Indicazioni Geografiche, che si è aperta oggi (e si concluderà il 21 febbraio) a Roma nella sede dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (Fao).
Attesi oltre 350 esperti, rappresentanti delle istituzioni, produttori e stakeholder provenienti da 52 Paesi per approfondire ed esplorare il ruolo delle Indicazioni Geografiche nella valorizzazione dei prodotti locali, con un focus su sostenibilità, innovazione e cooperazione internazionale. L’evento è organizzato dalla Fao e dal Ministero dell’Agricoltura, in collaborazione con il Centre de Coopération Internationale en Recherche Agronomique pour le Développement (Cirad), la Fondazione Qualivita, l’Organizzazione per una Rete Internazionale sulle Indicazioni Geografiche (oriGIn), Origin Italia - Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche e l’Istituto Federale della Proprietà Intellettuale della Svizzera (Ige Ipi).
Intervenendo alla cerimonia d’apertura, il dg Fao, Qu Dongyu, ha sottolineato come le Ig possano dare il loro contributo per rendere i sistemi agroalimentari più efficienti, inclusivi e sostenibili: “le Indicazioni Geografiche sono un elemento chiave per raggiungere questi obiettivi, perché promuovono un approccio territoriale che mette al centro i produttori, valorizza le risorse locali e crea opportunità economiche sostenibili”, senza dimenticare che “lo sviluppo delle Indicazioni Geografiche rappresenta un’opportunità concreta per i giovani che desiderano rimanere nei propri territori e contribuire alla loro crescita”. Il dg Fao ha anche evidenziato come “negli ultimi anni, il numero di Indicazioni Geografiche riconosciute a livello globale è cresciuto notevolmente, superando i 9.450 prodotti certificati e protetti”.
Per il Ministro italiano dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, “le Indicazioni Geografiche non sono solo marchi: rappresentano storia, qualità, lavoro, ricchezza e sostenibilità. Oggi, alla Conferenza Internazionale sulle Indicazioni Geografiche mostriamo con orgoglio il modello italiano di valorizzazione dei prodotti e delle filiere, con oltre 300 consorzi e 800.000 lavoratori. Difendere questo sistema significa tutelare un’agricoltura autentica. Non ci arrenderemo mai all’idea di chi vuole imporre prodotti nati in laboratorio, privi del legame vitale tra uomo, lavoro e territorio. Il futuro del cibo si costruisce con tradizione e innovazione, sostenendo le produzioni locali e rafforzando gli agricoltori”.
Nel corso della sessione inaugurale, sono stati presentati casi di studio di successo, tra cui il Parmigiano Reggiano in Italia e il Madd de Casamance in Senegal, prima Ig ufficialmente riconosciuta nel Paese. Le discussioni hanno inoltre affrontato le Ig nei settori artigianale e industriale, l’evoluzione delle normative e il loro impatto positivo sulla sostenibilità. Come ha spiegato Origin, la conferenza, che fa seguito a quella di Montpellier del 2022, “si concentrerà in particolare sul tema delle innovazioni e delle tradizioni che sono al centro del concetto di Ig” e su “come possano contribuire allo sviluppo sostenibile nelle sue varie dimensioni (economica, sociale, ambientale e di governance) che è al centro di tutti gli aspetti dei sistemi Ig, in particolare al fine di migliorare le loro prestazioni in termini di sostenibilità (economica, sociale, ambientale e di governance) e la loro capacità di adattarsi a molteplici cambiamenti preservando il quadro della tradizione e del know-how. Verranno affrontati diversi temi attraverso il prisma dell’innovazione sostenibile e l’adattamento al cambiamento, in particolare grazie all’importanza della cooperazione a livello locale e globale, e la preservazione della tradizione e del know-how”. Prevista una giornata di visite sul campo nelle filiere Dop Igp italiane con i prodotti che saranno degustati in una cena per i partecipanti organizzata dal Ministero.

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