Le politiche e le misure anti-corruzione delle autorità cinesi stanno pesando sul consumo del vino e dei liquori francesi, con le esportazioni che lasciano sul campo, complessivamente, il 7% nel primo semestre 2014. La Cina è diventato il quinto mercato estero per il vino d’Oltralpe in meno di 10 anni, soprattutto per i prodotti di fascia alta, ma nei primi sei mesi del 2014 ha subito una battuta d’arresto ed il fatturato è sceso del 9%, secondo i dati della Fédération des vins et spiriteux de France (Fevs).
Questa inversione di tendenza è chiaramente legata alle misure del Governo cinese, annunciate all’inizio del 2013, che ha inciso sui prodotti a più alto valore aggiunto nel caso del beverage francese, soprattutto su i Cognac e vini di Bordeaux. Nel primo trimestre del 2014, le esportazioni di vini e alcolici hanno raggiunto i 4,8 miliardi di euro, in calo del 7,3% dal 2013 e, solo per fare un esempio, il Cognac è andato giù del 12% in valore. Le esportazioni di vino sono diminuite più moderatamente in volume, con 613 milioni di litri spediti in Cina, con lo Champagne che è continuato a crescere (+6% in volume), mentre i vini di Borgogna sono calati addirittura del 28%.
Le buone vendite in Nord Europa non compensano le perdite cinesi che hanno già pesantemente colpiti grandi gruppi come Rémy Cointreau, che ha visto i suoi profitti dimezzarsi l’anno scorso. Il mercato cinese ha visto una crescita eccezionale tra il 2009 e il 2014, in aumento del 168%. Nel 2013, la Francia ha esportato 1,8 miliardi di litri di wine & spirits (per lo più Cognac, Champagne e Borgogna), guadagnando più di 14 miliardi di dollari.
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